Aviaria: “Abbiamo virus di laboratorio che sembrano essere “a scuola di alta finanza”, il che fa sorgere il sospetto che compaiano al momento giusto”, Loretta Bolgan

“Io seguo l’aviaria da una decina d’anni, quindi non è da ieri che mi interesso a questa questione. Ricordo sempre una cosa che ha scritto, in tempi non sospetti, il nostro caro Bill Gates in un articolo, dove diceva che per l’aviaria non è questione di chiedersi se ci sarà, ma quando ci sarà”, denuncia la dottoressa Loretta Bolgan, Presidente dell’Associazione Bolgan Studi e Salute. “Quindi è solo una questione di tempo. Io penso che il fattore tempo sia legato a una serie di fattori geopolitici e soprattutto finanziari.

Purtroppo, abbiamo virus di laboratorio che sembrano essere “a scuola di alta finanza”, il che fa sorgere il sospetto che compaiano al momento giusto. Ciò che mi preoccupa molto è l’aviaria, non tanto perché stia facendo danni, tranne agli allevamenti intensivi, che purtroppo rappresentano una questione molto dolente.

Sappiamo che gli allevamenti intensivi sono periodicamente colpiti da pandemie anche di questo tipo, proprio a causa delle condizioni in cui questi poveri animali sono tenuti. Non entriamo nel merito di questo, ma è noto che gli allevamenti intensivi non solo causano danni agli animali, ma sono anche molto pericolosi per chi vi lavora. Chi lavora in questi allevamenti può essere soggetto a infezioni e poi diventare un focolaio di infezione. Sicuramente, l’aviaria è stata studiata tantissimo, a partire dall’epidemia della Spagnola. Abbiamo avuto varie epidemie, l’ultima delle quali è stata quella dell’H1N1, che ricordiamo bene per quanto accaduto, inclusa l’acquisto di grandi quantità di vaccini che poi sono rimasti inutilizzati. In realtà, non sono rimasti inutilizzati perché sono stati incorporati nel vaccino antinfluenzale, il che dimostra che quell’esperimento, anche se non è andato a buon fine, ha permesso di ottimizzare il sistema fino ad arrivare a ciò che abbiamo vissuto con il Covid.

Il problema è che l’H5N1, una variante dell’aviaria, è stata creata facendo un salto di specie, ingegnerizzato, secondo quanto trovato in letteratura. Si tratta di un ibrido tra l’H1N1 e l’H7N5 (se non erro), quindi tra un virus particolarmente contagioso ma a bassa mortalità e un virus poco contagioso ma ad alta mortalità. L’H5N1 che ne è risultato è un ibrido tra i due, un prodotto di laboratorio. Tanto è vero che quando fu realizzata questa manipolazione, Trump all’epoca si oppose, proibendo addirittura in America il “gain of function” dell’aviaria, considerandolo eccessivamente pericoloso. Gli studi, ovviamente, sono continuati; non è che perché è successo questo si sono fermati. Quando eravamo chiusi in casa nel 2021, sempre a Wuhan, è stato fatto fare un ulteriore salto di specie all’H5N1 per studiarne le potenzialità, in termini di pericolosità, capacità infettiva e mortalità. Purtroppo, dall’ultima ingegnerizzazione sono scoppiati dei focolai. Sembra che questi focolai, geneticamente parlando, corrispondano proprio a quelli pubblicati nella banca dati del “gain of function”.

L’H5N1 rimane comunque un virus altamente contagioso, di tipo respiratorio. Non è come il SARS-CoV-2, che è praticamente un enterovirus, che tende a svilupparsi nell’intestino ma colpisce i polmoni. L’H5N1 ha un tempo di latenza tra l’infezione respiratoria e l’insorgenza dei sintomi più complicati, soprattutto nelle persone predisposte, che è molto breve, parliamo di qualche giorno. Il tempo per intervenire, quindi, non è molto ampio. Quello che non sappiamo è quante persone che vengono infettate sviluppano complicazioni; questo non lo può sapere nessuno. Attualmente, i dati disponibili sono molto limitati, e si riferiscono a persone infettate negli allevamenti intensivi, ma con una mortalità estremamente ridotta. Il problema è che, a mio avviso, non si tratta di una situazione di cui dovremmo preoccuparci eccessivamente, perché l’aviaria naturale segue un ciclo di circa dieci anni. C’è un’epidemia, che di solito è endemica, ma causa un numero di morti molto limitato, soprattutto tra le persone con patologie preesistenti.

Il problema è che Moderna ha accettato ben volentieri finanziamenti governativi per sviluppare un vaccino contro l’H5N1 in tempi molto brevi, e ha assicurato che per settembre i vaccini saranno pronti per l’uso umano.

In realtà, esiste già un vaccino a base proteica con adiuvanti, che è stato distribuito in quantità sufficiente per vaccinare in Norvegia, se non sbaglio, e sembra che ci siano già prenotazioni per il vaccino mRNA. Non mi sembra che l’Italia abbia preso una posizione su questo, nel senso che non so ancora quale sarà il vaccino che verrà adottato. Sarà necessario, secondo me, attendere una comunicazione ufficiale con la pubblicazione delle schede tecniche per capire quale tipo di vaccino verrà utilizzato in Italia e in altri paesi.

Questo avviene, guarda caso, in coincidenza con la discussione del piano pandemico dell’OMS e delle linee guida per il contenimento di un’eventuale pandemia. L’OMS è assolutamente pronta, insieme ai paesi che stanno aderendo a queste misure, a intervenire in caso di necessità, e prevede di essere pronta per una nuova pandemia. Questo è un po’ quello che sta succedendo a livello mediatico e scientifico, perché c’è tanta letteratura che comincia a emergere proprio per cercare di capire come si può sviluppare questa infezione, eccetera. Non si tratta, quindi, di un virus nuovo: abbiamo sufficienti dati per sapere di cosa si tratta, abbiamo addirittura la sequenza, sappiamo quale tipo di infezione causa, quali sono le complicazioni e quale terapia si può adottare in linea di massima. L’unico problema, ripeto, è che in caso di complicazioni, la terapia domiciliare precoce deve essere davvero tempestiva, non solo precoce.

Ne parlerò con la rete della salute, stiamo già lavorando su questo, e spero di riuscire a dare almeno delle indicazioni di massima per la prevenzione e un eventuale vademecum per la terapia, in collaborazione con i medici con cui sto lavorando. È ancora tutto molto fumoso perché non abbiamo dati certi su quanto sta accadendo. Potrebbe essere una cosa che finisce nel nulla, un po’ come con l’H1N1, quando furono acquistati molti vaccini ma poi la pandemia non si verificò perché il virus non era così pericoloso come si pensava. Tuttavia, la situazione va monitorata con attenzione”.

Fonte

Leggi le ultime notizie su www.presskit.it

Può interessarti anche: Influenza aviaria: “I pre-vaccini normalmente contengono un ceppo del virus a cui poche persone al mondo sono già state esposte… Ciò significa che il modello NON PUÒ essere testato per l’efficacia poiché il virus infettivo non circola”, dottoressa Meryl Nass

Può interessarti anche: Influenza aviaria c’è la cura: il trattamento con la clorochina confermato efficace negli studi pre-clinici per gli esseri umani, dott. Peter A. McCullough

Per non dimenticare: Influenza aviaria e guadagno di funzione: “si può renderla renderla altamente contagiosa per gli esseri umani, intervenendo su cinque aminoacidi della proteina spike”, la denuncia di Peter McCullough

Può interessarti anche: Il Dipartimento dell’Agricoltura americano (USDA) e la Cina lavorano alla ricerca sull’influenza aviaria H5N1 dal 2021, anno in cui apparentemente è iniziata l’attuale epidemia

Può interessarti anche: Il Messico smentisce l’Oms sulla morte di un uomo di 59 anni. La causa del decesso non è stata l’influenza aviaria, aveva molte patologie… poi ritratta anche l’Oms

La domanda: L’influenza aviaria diventerà la prossima finta pandemia utilizzata per spazzare via i piccoli allevamenti? La domanda di Ethan Huff

Per non dimenticare: La commissione europea mette le basi per la prossima pandemia aviaria: sorveglianza delle acque reflue, sistema di allarme rapido e di risposta

Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it

Seguici su Sfero: https://sfero.me/users/presskit-quotidiano-on-line

Seguici su Telegram https://t.me/presskit

Copiate l’articolo, se volete, vi chiediamo solo di mettere un link al pezzo originale.

Altri articoli interessanti