Dopo AstraZeneca è probabile che entro fine anno ritireranno anche Pfizer e Moderna, ci diranno che sono necessari prodotti aggiornati, ma è probabile che mancherà la documentazione richiesta al termine dello studio. La denuncia del dott. Giuseppe Barbaro

Giuseppe Barbaro, specialista in medicina interna e cardiologia, noto per il suo lavoro sulle complicanze cardiovascolari associate a malattie virali come l’HIV e le terapie antiretrovirali, al Convegno No Agenda 2023, che si è svolto a giugno a Roma, ha fatto una previsione: “Si è arrivati ultimamente alla confessione da parte di AstraZeneca degli eventi avversi (del vaccino per il Covid-19), trombosi e relativi casi mortali e il ritiro del farmaco. In questo caso ciò che era stato detto sicuro ed efficace non era vero e non hanno prodotto la documentazione richiesta al termine dello studio. Lo stesso avverrà, ne sono convinto, per la Pfizer e Moderna alla fine dell’anno, in quanto loro dovranno presentare tale documentazione alla fine dell’anno, ovviamente adducendo le stesse scuse, cioè che non c’è il mercato, che ovviamente sono necessari dei prodotti aggiornati, ma viene a mancare quella documentazione che era necessaria per sostenere il dogma sicuro ed efficace, che invece è stato sostenuto a favore dell’ideologia scientifica dalle istituzioni con il supporto dell’ordine dei medici.

Questo, i giuristi mi insegnano, è una prova inoppugnabile della natura sperimentale del farmaco”.

Barbaro, autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche e di quattro libri sulle complicanze cardiovascolari dell’HIV, ha messo in luce la mancanza di documentazione adeguata per i vaccini AstraZeneca, Pfizer e Moderna. Ha sottolineato che AstraZeneca ha recentemente ammesso eventi avversi gravi come trombosi e decessi, portando al ritiro del vaccino. Secondo Barbaro, questa ammissione dimostra la natura sperimentale del farmaco, contrariamente alle dichiarazioni di sicurezza ed efficacia che erano state fatte.

Barbaro accusa anche il sistema sanitario di aver violato diversi articoli del codice deontologico medico durante la pandemia. Egli afferma che:

  • “L’articolo 13, che proibisce la prescrizione di farmaci senza adeguata documentazione, è stato ignorato.
  • L’articolo 15, che impedisce ai medici di sottrarre un paziente a una terapia scientificamente validata, è stato violato attraverso la stigmatizzazione delle terapie domiciliari precoci e l’impedimento delle visite domiciliari.
  • L’articolo 48, che richiede un’anamnesi accurata e una valutazione del rischio-beneficio per i farmaci sperimentali, è stato trascurato, violando così i codici etici noti fin dal codice di Norimberga”.

Barbaro ha espresso forte preoccupazione per l’approccio ideologico adottato dalle istituzioni, che a suo avviso ha messo a rischio la salute pubblica.

Le sue critiche puntano il dito contro un sistema che, secondo lui, ha fallito nel proteggere adeguatamente i cittadini e rispettare i principi fondamentali della pratica medica.

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