Parlare di gender ai bambini piccoli “significa instillare un dubbio nelle loro menti e comportare problemi psicologici seri”, Giovanni Frajese

Il fatto di far entrare queste ideologie, compresa poi l’ideologia gender, nei bambini così piccoli, significa instillare un dubbio nella mente dei bambini di non dare per esempio per scontato quello che è il loro sesso biologico, perché in realtà potrebbero essere qualcosa di diverso. Non è che ci vuole un genio a capire che non tutti i bambini sono sereni o ben radicati e piantare determinate idee può comportare invece dei problemi psicologici estremamente seri.

Infatti è vero che in Inghilterra adesso a livello scientifico finalmente stanno iniziando a cambiare approccio, rendendosi conto e stanno dicendo di non usare subito le sostanze chimiche sui bambini che vogliono cambiare, diciamo, il genere, ma indirizzare invece a un percorso di tipo mentale in qualche maniera, perché molto probabilmente in realtà stanno soffrendo di una condizione di tipo differente.

Indirizzare invece i bambini verso un percorso, diciamo, di accettazione di quello che è il proprio sentire può portare problemi seri.

Tra l’altro c’è l’azione che non riguarda semplicemente le preferenze sessuali, che con questa storia non c’entrano assolutamente nulla, si parla proprio di identità del sé. E questa identità del sé può essere o del sesso opposto che una persona ha, oppure può essere nullificata, tant’è vero che esiste anche un’operazione chirurgica che serve a rimuovere tutti gli attributi di qualunque tipo, secondo il modello che in realtà qualunque cosa tu senti di essere sei libero in qualche forma, in qualche maniera di essere. Questo riguarda anche la possibilità di essere dei cani o dei gatti, la lista in realtà sta andando diciamo, ampliandosi nel tempo.

Nel momento in cui nella società ci privano della maggior parte delle libertà, ci danno l’illusione però di avere la libertà di poter scegliere di essere quello che vogliamo nella nostra mente e che in qualche maniera questo debba essere invece riconosciuto dalla società.

Come se tra l’altro questo circo portasse in qualche maniera le persone a vivere una vita più serena o più felice, senza sapere invece che la maggior parte delle persone che attraversano questo tipo di percorso, e lo dico tra l’altro con conoscenza da endocrinologo, non risolvono i loro problemi che sono molto più grandi e come ho detto già non c’entrano niente con quelle che sono le preferenze sessuali.

Di fatto c’è la voglia di confondere le menti sempre di più, la voglia di togliere comunque forma di identità e la voglia di spingere verso una società che diventi talmente sottile e superficiale da essere donistica in ogni manifestazione. 

Viviamo in una società che vuole proprio che il concetto stesso di innocenza non esista, quasi che non ci siano né i buoni né i cattivi, ma che in realtà siamo tutti quanti diciamo dei tristi automi in qualche maniera che sono condizionati a fare qualunque cosa possa dare loro un momentaneo piacere e a rifugiare dal dolore o dal senso profondo della vita”.

Fonte

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