I limiti di sicurezza delle radiofrequenze, il 5G, sono tarati su un uomo adulto di 80 chili alto 1,80 m e riguardano solo l’impatto termico. E gli altri? I bambini, le donne, gli anziani… ignorati assieme agli effetti biologici dannosi

“Gli effetti avversi delle radiofrequenze sono tarate un uomo adulto di 80 chili e 1,80 m”. E gli altri? I bambini, le donne, gli anziani… ignorati

“Ci aspetteremmo una politica amministrativa e sanitaria cautelativa nei confronti della nostra salute: minimizzare le esposizioni, fare campagne di sensibilizzazione e informazione sull’uso corretto dei dispositivi elettronici, cercare di ridurre l’esposizione dei bambini”, denuncia a dottoressa Debora Cuini, iscritta all’associazione internazionale di medici per l’ambiente ISDE Italia.

“I limiti di sicurezza, oltre a riguardare solo l’impatto termico e non gli effetti biologici, sono tarati su un uomo adulto di 80 chili e 1,80 m.

Quanti di noi rispondono a queste caratteristiche?

I bambini? No.

Le donne? No.

Gli anziani? No.

La maggior parte della popolazione non corrisponde a quel modello su cui sono stati tarati gli standard di sicurezza.

Nella risoluzione 18-15 del maggio 2011 si diceva di abbassare le esposizioni a 0,6 volt metro con prospettiva di arrivare a 0,2 volt metro. Nel rapporto Bioinitiative si parla di livelli ancora più bassi, 0,05 volt metro. Si chiedeva di abbassare i limiti per rimanere entro un livello cautelativo per la nostra salute, invece stiamo andando in direzione opposta.

C’è una discrepanza tra la volontà dichiarata di rassicurare la nostra salute e la realtà dei dati scientifici ed epidemiologici.

Non stiamo considerando un altro aspetto gravissimo: fino ad ora ci siamo potuti affidare sul fatto che i nostri studi avevano un gruppo di controllo, fondamentale in medicina.

Ma stiamo andando verso un futuro in cui non ci sarà più un gruppo di controllo perché saremo tutti inevitabilmente esposti. Non avremo più la possibilità di dire che un problema è causato da un determinato inquinante perché non ci sarà più nessuno non esposto.

Ci ritroveremo di fronte a uno scenario di patologia generale senza sapere effettivamente dove andremo a parare, intuendo il danno ma senza avere la possibilità di dire con certezza che è colpa di quella specifica esposizione”.

Fonte

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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