“Quanto conosciamo del funzionamento del corpo umano se lo osserviamo nella scomposizione in piccoli pezzi, come le rotelline di un ingranaggio meccanico descritto nell’ultimo secolo, sappiamo abbastanza. Tuttavia, paradossalmente, ci troviamo nella dimensione completamente opposta se cerchiamo di comprendere come funziona tutto nel suo insieme, cosa che in realtà succede costantemente. Ma frazionando la medicina in tanti microcampi, si è arrivati anche al paradosso attuale: abbiamo conoscenze molto approfondite sulle catene enzimatiche di qualunque microparte del nostro corpo, ma non riusciamo più a comprendere il funzionamento globale dell’essere umano,” denuncia Giovanni Frajese.
“E questo si è riflesso in una colossale ignoranza dei medici. C’è l’oculista che, al di là del problema specifico dell’occhio, non è in grado di fare il medico su nient’altro. Questa è una deriva che è accaduta negli ultimi 20-30 anni. Prima, la specializzazione era un ulteriore passo rispetto a un medico formato per essere medico a 360 gradi. Chi operava all’interno di un paese era in grado di fare qualunque cosa, dal ginecologo a far nascere i bambini, a curare qualunque forma di patologia senza avere la specializzazione in tutto. Ora, invece, se non hai la specializzazione specifica su una certa cosa, sembra quasi che non puoi neanche parlare, come se la conoscenza medica in generale non contasse. Siamo passati da un’arte a una scienza sempre più tecnica e, in questo tecnicismo, secondo me abbiamo perso il senso delle cose.”
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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