Tribunale penale di Roma nuova udienza il 5 luglio contro l’archiviazione dello “stralcio romano” dell’inchiesta per i morti durante il Covid nata dalla Procura di Bergamo e trasferita a Roma per competenza

Dopo 4 anni la gestione della prima fase della pandemia da Covid19 in Italia è arrivata davanti ad un giudice. Si è svolta oggi l’udienza davanti al Gip del tribunale penale di Roma, in cui si è discussa l’opposizione all’archiviazione dello “stralcio romano” dell’inchiesta nata dalla Procura di Bergamo e trasferita a Roma per competenza. 

I legali dei familiari delle vittime, hanno argomentato alla dottoressa Gavoni, le memorie depositate riguardanti i procedimenti di falso nelle autovalutazioni e il mancato adeguamento del piano pandemico, oltre alla mancata attuazione dello stesso. 

I legali, che rappresentano circa una cinquantina di persone, sono: Consuelo Locati, Elisabetta Gentili, Giovanni Benedetto, Luca Berni, Piero Pasini e Alessandro Pedone. 

“Per la prima volta abbiamo avuto la possibilità di chiarire gli elementi fondamentali e di illustrare le prove documentali a sostegno delle nostre tesi – commenta Consuelo Locati, portavoce dei legali -. L’inefficienza e la mancata adozione all’inizio del 2020 di leggi già in vigore hanno portato alla morte delle persone per questo abbiamo chiesto l’imputazione coatta per tutti gli indagati”. 

Tra gli indagati nomi illustri nella gestione della pandemia, quali vertici del Ministero della Salute, del Cts e della Protezione Civile. 

Nello specifico sono indagati per il mancato adeguamento del piano pandemico: Giuseppe Ruocco, Raniero Guerra, Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino.
Per il falso nelle autovolatuzioni inviate all’OMS e alla Commissione Europea Raniero Guerra, Claudio D’Amario, Francesco Maraglino, Loredana Vellucci e Mauro Dionisio. Per la mancata attuazione del piano pandemico nazionale: Silvio Brusaferro, Claudio D’amaro e Angelo Borrelli. 

Il Gip Gavoni ha sentito anche 3 dei difensori; gli altri, tutti presenti in aula, saranno sentiti il 5 luglio. Dopodiché il Giudice si pronuncerà in merito. 

Presenti in aula anche alcuni dei familiari delle vittime dell’associazione #Sereniesempreuniti che da 4 anni si battono per ridare onore ai propri cari e che sperano in un processo che restituisca loro verità e giustizia.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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