Il trucco italiano per non dare accesso ai dati: “non li abbiamo”, dicono. La denuncia dell’avv. Maurizio Giordano …e quando li rilasciano non sono coretti

“Non è vero che in Italia non abbiamo il Freedom of Information Act, abbiamo l’accesso agli atti”, spiega l’avv. Maurizio Giordano. “Il problema è che questi personaggi non ottemperano all’obbligo di far accedere agli atti, come? Dicendo semplicemente che non ce li hanno.

Noi abbiamo tre sentenze del Tar Lazio che a partire dal 2022 dicono espressamente nella sentenza che l’Istituto Superiore di Sanità, l’AIFA e anche il Ministero della Salute ha dichiarato di non essere in possesso dei documenti e in particolare si chiedeva i documenti circa il rapporto rischio benefici dei vaccini, gli IPSUR cioè le relazioni di sicurezza che le aziende farmaceutiche ogni sei mesi devono rilasciare e infine i dati sulla mortalità, indipendentemente che avesse causa nei vaccini oppure no, la mortalità della popolazione nei primi 14 giorni della somministrazione del vaccino.

In tutti questi tre i casi, le aziende sanitarie e gli enti sanitari hanno risposto che non erano in possesso dei dati, con una differenza, nell’ultimo caso, quando sono stati rivelati.

L‘Ingegner Trambusti, ha analizzato questi dati e ha rilevato che tra l’altro erano dei dati assolutamente non corretti, perché era facilmente rilevabile che non corrispondevano neanche ai dati della mortalità della popolazione per fascia di età.

Quindi i dati ce l’hanno, in Italia fanno finta di non averli proprio per non mostrarli”.