“Siamo passati dall’internet della libertà, all’inizio, all’internet della censura”, denuncia Martina Pastorelli. “Un controllo che torna utile in vista delle prox elezioni europee…
È stato uno strumento di statalismo a partire dalla sua privatizzazione, per cui Dipartimento di Stato, Ministero delle Difese, Pentagono, CIA, ecco il militare, hanno sostenuto internet per supportare i gruppi di dissidenti negli altri paesi che faceva comodo a loro per rovesciare i governi che dovevano essere rovesciati, per cui il free speech è stato uno strumento di gestione degli stati da parte dell’apparato americano.
Questo sistema qua adesso, che poi pian piano è cresciuto, si è rivolto dalla situazione esterna alla situazione interna e in particolare a partire dal 2016, quando il sistema ha visto, sono avvenute due fatti molto importanti, l’elezione di Trump e la Brexit e il sistema ha visto che la gente, i cittadini in Europa, in Occidente stava sfuggendo al controllo.
Allora a quel punto Benz racconta anche di proprio un’attività ben precisa operata sugli Stati, sui governi europei a partire dal 2017, quindi poco dopo l’elezione di Trump, pressione da parte delle autorità americane perché amplino l’attività di censura e guardate un po’ dove siamo arrivati, col Digital Service Act questo disegno è perfettamente compiuto”.
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