Ottantatré testate spagnole denunciano Meta per concorrenza sleale e chiedono oltre 550 milioni

I media riuniti nell’AMI, Information Media Association, denunciano la META per concorrenza sleale e chiedono oltre 550 milioni.

L’Associazione dei Media dell’Informazione (AMI) ha intentato una causa contro META, che rappresenta 83 organi di stampa spagnoli, per la sua sistematica e massiccia inosservanza delle norme europee sulla protezione dei dati nel periodo dal 25 maggio 2018 al 31 luglio 2023, e questo fatta salva l’eventuale estensione del giudizio a causa del perdurare dell’inadempimento di META come derivante dal requisito formulato il 27 ottobre 2023 dal Comitato Europeo per la Protezione dei Dati.

META ha ripetutamente mancato di rispettare la normativa comunitaria in materia di protezione dei dati, ignorando l’obbligo normativo secondo cui i cittadini devono acconsentire all’utilizzo dei propri dati per la profilazione pubblicitaria, come si evince dalle diverse risoluzioni delle autorità europee competenti in materia.

Nella causa i media sottolineano che il comportamento di META significa che il 100% dei ricavi del colosso tecnologico derivanti dalla vendita di pubblicità segmentata sono stati ottenuti illegittimamente. L’utilizzo sistematico e massiccio dei dati personali degli utenti delle piattaforme META, tracciati senza il loro consenso durante la loro navigazione digitale, avrebbe consentito all’azienda americana di proporre la vendita di spazi pubblicitari sul mercato sulla base di un vantaggio competitivo ottenuto illegittimamente.

La direzione dell’azione giudiziaria portata avanti dai media spagnoli è stata affidata allo studio legale diretto dal professore di diritto processuale Nicolás González-Cuéllar.

Il presidente dell’AMI, José Joly, ha sottolineato l’importanza di questa azione senza precedenti, che rivela come il colosso della tecnologia abbia costruito la sua posizione dominante nel mercato pubblicitario ignorando le norme volte a tutelare il diritto fondamentale alla privacy dei cittadini europei, e generando danni evidenti ai media spagnoli al punto da metterne a rischio la sostenibilità. Joly ha sottolineato che comportamenti come quelli sviluppati da META mettono in scacco la sopravvivenza dei media, fondamentali per la qualità democratica di un Paese.

Il presidente dell’AMI sottolinea che, secondo i dati recentemente pubblicati dal Ministero dell’Economia, i media sono il secondo settore più digitalizzato dell’economia spagnola, preceduto solo dalle stesse aziende tecnologiche. Questi dati certificano che i media sono pionieri della digitalizzazione in Spagna e che ottengono un posizionamento eccezionale nel campo digitale grazie alla loro costante innovazione e al loro sforzo di investimento, nonostante il fatto che il dominio dell’ecosistema digitale da parte delle grandi piattaforme impedisca i media ottengono una giusta monetizzazione.

L’Associazione dei Media d’Informazione invita gli inserzionisti del settore pubblico e privato ad affidare le loro campagne pubblicitarie a media sicuri, affidabili e responsabili, rispettosi dei diritti dei cittadini e impegnati a promuovere la qualità democratica della Spagna, il tutto in coerenza con la sua responsabilità sociale politiche.

Qui il comunicato stampa dell’associazione degli editori: https://www.ami.info/ami-demanda-a-meta-por-competencia-desleal-y-reclama-mas-de-550-millones.html

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