“Non ci credo”, a volte anche a quello che dicono i sondaggi.
Per prima cosa bisogna capire quale scopo ha un determinato sondaggio, chi l’ha pagato, quale concetto vuole dimostrare, e, di conseguenza, in che modo sono state poste le domande.
Le risposte date sono sicuramente vere, ma il modo in cui vengono formulate è essenziale per arrivare alle risposte volute. E’ facile cadere nel tranello.
Se chiedi a un ragazzo di 20 anni se vuole avere figli in quel momento, con molta probabilità ti guarderà come se fossi appena sceso da un’astronave aliena. E’ normale: a 20 anni si vuole studiare, viaggiare, divertirtisi, lavorare, si inizia a costruire la propria vita adulta, spesso con pochi soldi in tasca…
Se la stessa domanda la rifai a 25 anni e a 30 anni le riposte cambieranno notevolmente.
Se vuoi manipolare l’opinione pubblica e far credere che in Italia quasi nessuno vuole costruirsi una famiglia ed avere figli, la riposta dei ventenni è l’ideale. Ma sarà quello che faranno davvero o, crescendo, faranno altre scelte?
Inoltre va considerato che “le cause e gli effetti in materia economica vanno analizzati con la logica e con la conoscenza di quello che accade, altrimenti tutto si può mettere in relazione, no? Allora, non è la lira, magari stavamo bene perché la Fiat produceva la 600 e quindi bisogna rimettere in produzione la 600 perché stiamo bene. Le correlazioni statistiche sono sempre un tranello logico perché non hanno nessun significato, quindi bisognerebbe approfondire le cose e molti invece, come si suol dire, aprono bocca e danno fiato”. avv. Fusillo in una recente intervista.
Vi consigliamo di fare attenzione a quello che dicono i sondaggi. Chiedetevi sempre qual’è lo scopo per cui sono stati commissionati.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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