Nadia Gatti, presidente dell’associazione Condav alla 20ª Giornata per ricordare le persone decedute o rese disabili dai vaccini denuncia la situazione italiana dei danneggiati da vaccino: nessuna esenzione se la vaccinazione da effettuare è un’altra non quella che li ha danneggiati
“Abbiamo chiesto l’esenzione per i nostri figli danneggiati, al Ministero della Salute ci hanno risposto che no, non potevano concedertela perché in realtà la vaccinazione che aveva danneggiato i nostri figli o noi stessi non era la stessa che ci volevano inoculare, per cui potevamo provare e in realtà poteva andare bene”, ha denunciato.
“Della serie, mettiti in mezzo alla strada perché in realtà tu sei stato investito da una macchina, una Opel mettiamo, per cui provi con una Ford, se ti va bene, sei fortunato.
Ma io dico che risposta scientifica è mai, visto che ci appelliamo sempre alla scienza, questa quella che dà e fornisce il Ministero della Salute: se sei è stato danneggiato da un altro vaccino ora prova con questo?
Io chiedo ai medici, ha qualcosa di scientifico? No, vengo rincuorata perché in realtà cui abbiamo avuto a macchia di leopardo esenzioni da una parte e non esenzioni dall’altra, per cui persone che sono state costrette a rinunciare al lavoro che avevano trovato con difficoltà e persone che invece sono riuscite ad andare a lavorare con un’esenzione, persone che non lavoreranno mai perché purtroppo sono in condizioni di non poter mai più lavorare o non lavorare mai, e persone che sono decedute, qui metto le virgolette, non sappiamo se è a causa della vaccinazione che hanno fatto. Questo non ne avremo mai la prova, perché le famose autopsie non le hanno mai permesse, per cui non lo sappiamo.
Anche questa è un’altra domanda che ci si pone. Perché tu vieti le autopsie? Non si sa, non lo sappiamo”.
Qui trovate il convegno tenuto in Senato e censurato da YouTube: https://rumble.com/v3n6v1g–20-giornata-per-ricordare-le-persone-decedute-o-rese-disabili-dai-vaccini-.html
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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