“Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”, Rosario Livatino

Il 21 settembre 1990 è stato ucciso dai mafiosi della “Stidda” il giudice ragazzino Rosario Livatino,  assassinato  sulla strada che da Canicattì conduce ad Agrigento. Aveva 37 anni.

Vogliamo ricordarlo con le sue parole, ancora attuali non solo contro la mafia.

«Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili.» Rosario Livatino

L’ essere credibili dipende dalla nostra vita quotidiana.
Vediamo l’altro, lo sappiamo riconoscere nella sua verità profonda?
Cosa ci muove ogni giorno, la materia, il successo, l’essere guardati e invidiati?
Sappiamo amare l’altro fino ad attendere i suoi tempi di cammino?
Sappiamo ascoltare o inondiamo di parole l’altro per affogarlo nella verità?
Sappiamo essere testimoni di bene o solo additare il male con malizia?
Siamo interessati a nutrire l’intelletto di bellezza?
Sappiamo tenere la parola data e onorare gli impegni presi o ci nascondiamo dietro il dito delle scuse?
Sappiamo cos’è l’onore?
Sappiamo gioire dei successi e delle gioie altrui?
Sappiamo difendere un amico anche se farlo comporta un rischio o abbiamo sempre una buona scusa?
Siamo dotati di coraggio?

Da queste cose, e molte altre, saremo giudicati o meno credibili”.

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