“La mafia si è mossa durante la pandemia per consolidare il controllo del territorio”, Dia

L’analisi sull’andamento della delittuosità riferita al primo semestre 2021, che permane connotato dal perdurare della pandemia da Covid-19, continua a mostrare come le organizzazioni criminali si stanno muovendo secondo una strategia tesa a consolidare il controllo del territorio. Quest’ultimo fattore è ritenuto, infatti, elemento fondamentale per la loro stessa sopravvivenza e condizione imprescindibile per qualsiasi strategia criminale di accumulo d iricchezza”, si legge sull’ultimo rapporto della Dia al parlamento. “L’immediata disponibilità dei capitali illecitamente acquisiti dalle mafie potrebbe incidere, mediante le attività di riciclaggio, sulla capacità dei sodalizi di inquinare l’economia e di infiltrare la pubblica amministrazione per intercettare le risorse pubbliche immesse nel ciclo produttivo.

In via generale, la presente relazione mira a tradurre sul piano dell’analisi gli elementi informativi e investigativi raccolti anche dalle altre Forze di polizia. Ciò nella prospettiva di esaminare la situazione attuale per prefigurare possibili scenari criminali futuri allo scopo di orientare le attività di contrasto da intraprendere ai vari livelli decisionali e operativi.

Sul fronte economico ci si trova oggi di fronte ad uno scenario complesso all’interno del quale tutte le mafie tenderebbero a operare anche secondo logiche imprenditoriali variabili e calibrate sulla base delle realtà locali.
In tale quadro appare molto interessante lo studio sviluppato dall’Organismo Permanente di Monitoraggio ed Analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso1 nell’ambito del quinto Rapporto pubblicato il 5 maggio 2021. Esso si sofferma sulle variazioni societarie registrate in Italia nel periodo marzo 2020 – febbraio 2021 rispetto alla annualità precedente che non è stata interessata dalla pandemia. L’elaborato evidenzia le principali variazioni societarie e il turn-over di cariche e di partecipazioni nelle imprese, i trasferimenti di quote e di sede, nonché le variazioni di natura giuridica e/o del capitale sociale, rilevando che “…il settore maggiormente interessato da variazioni societarie di carattere generale per entrambi i periodi è quello immobiliare, seguito dal commercio all’ingrosso, mentre per le società colpite da interdittiva il settore maggiormente interessato è rappresentato dalle società di costruzioni. L’esito dell’analisi dell’osservatorio “…conferma come le variazioni societarie costituiscano uno strumento di cui le organizzazioni criminali spesso si avvalgono al fine di inquinare il tessuto economico produttivo. In proposito, si sottolinea che l’efficace attività di prevenzione amministrativa permette di intercettare i segnali di anomalia e di interdire l’operatività delle società infiltrate”.

Rimane comunque sempre di primaria importanza per le organizzazioni mafiose la pratica delle più tradizionali attività criminali che non sembrano avere avuto battute d’arresto durante la pandemia. Estorsioni, usura e narcotraffico, quest’ultimo in particolare anche per i sodalizi stranieri continuano quindi a rappresentare un affare irrinunciabile per i sodalizi di tutte le matrici qualificate.

Permane infine una certa propensione utilitaristica alla collaborazione con l’Autorità giudiziaria da parte di boss ed affiliati alle consorterie mafiose che decidono di intraprendere un percorso di distacco graduale dalle realtà criminali da cui provengono.
 ‘Ndrangheta che senza abbandonare il ruolo di leader nel traffico internazionale di cocaina potrebbe tentare una ulteriore espansione dei propri affari illeciti anche attraverso possibili mutamenti degli equilibri criminali con sodalizi di diversa matrice. Le cosche calabresi in una sorta di modello criminale fluido si presentano sem- pre più capaci di allacciare relazioni sia con le organizzazioni leader nel narcotraffico, sia con funzionari e rappresentanti degli enti locali, imprenditori e liberi professionisti, la cui colla-borazione appare strumentale alla realizzazione degli affari illeciti connessi con l’infiltrazione nell’economia.

Criminalità organizzata siciliana per la quale sostanzialmente si confermano anche nel semestre in trattazione le dinamiche operative e gli assetti strutturali in base ai quali famiglie di cosa nostra coesistono e talvolta stringono alleanze finalizzate al raggiungi- mento di specifici obiettivi criminali con altre organizzazioni dai contorni più fluidi, meno gerarchizzate, ma ugualmente aggressive. Se nelle province occidentali della Sicilia sembra riscontrarsi nei sodalizi mafiosi una certa carenza di soggetti di vertice dotati di duratura au- torevolezza e una certa difficoltà nel far emergere leadership riconosciute, nella parte orientale e centrale dell’Isola gli assetti delle consorterie, pur in presenza di alleanze mutevoli, sembre- rebbero più definiti.

In merito alla criminalità organizzata campana si evidenzia un complesso sistema criminale caratterizzato da stabili equilibri che ammette la polarizzazione di gruppi minori tuttavia in una condizione di coordinata coabitazione con i principali grandi cartelli. Resta alto l’interesse della camorra verso i settori più remunerativi, quale ad esempio quello dei rifiuti, nei quali evidenzia la capacità di generare alti profitti e costruire consenso sociale, anche attraverso la realizzazione di una complessa rete relazionale e di legami con esponenti della politica e delle istituzioni.

La criminalità organizzata pugliese si compone di espressioni legate rispettivamente ai territori di Foggia, Bari e del basso Salento che hanno mutuato la vocazione affaristico-imprenditoriale dalla camorra e dalla ’ndrangheta in cui affondano le proprie radici. I clan e gruppi pugliesi pur continuando ad essere imperniati su famiglie criminali sulle quali si sono via via costruiti, mostrerebbero, tuttavia, spinte evolutive tendenti a sostituire i legami di sangue con quelli fondati sulle capacita criminali. Il controllo del territorio, peraltro, si esprime tuttora in forma violenta caratterizzata da azioni eclatanti e funzionali ad imporre l’autorità mafiosa del sodalizio nei confronti sia della collettività sia delle altre compagini criminali pre- senti nell’area. I sodalizi pugliesi, infine, continuano a mostrare una particolare propensione per le estorsioni ai danni di attività imprenditoriali e commerciali condotte spesso mediante gravi forme di danneggiamento alle strutture ed ai mezzi di produzione.

Proiezioni della criminalità organizzata sul territorio nazionale, le attività malavitose poste in essere dalle mafie al di fuori delle regioni d’origine e laddove gli interessi illeciti tendono a convergere più che a contrapporsi. Non di rado a fattor comune si registra, infatti, una funzionale ripartizione di ruoli tra appartenenti a gruppi ma- lavitosi di diversa matrice, comprese quelle straniere, per il raggiungimento degli obiettivi criminali. L’approfondimento delle dinamiche che interessano le specificità provinciali è illu- strato su supporto informatico.

Alle organizzazioni criminali straniere in Italia si evidenziano i sodalizi attivi sul territorio nazionale principalmente nel narcotraffico, nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nella tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e del lavoro irregolare. Tra i clan più strutturati si segnalano quelli nigeriani, albanesi e cinesi per capacità organizzativa e per spregiudicatezza criminale. Oltre alle compagini rome- ne che sono dedite per lo più ai reati contro il patrimonio saranno altresì descritte le ulteriori forme di criminalità provenienti dal Nord e Centro Africa, dal Sud America, dall’Est Europa e paesi ex sovietici, nonché dal Medio Oriente e Sudest asiatico anch’esse presenti nel coacervo dei fenomeni criminosi strutturati nel paese.

Criminalità organizzata italiana all’estero e relazioni internazionali descrive le modalità con le quali i sodalizi nazionali operano al di fuori dei confini dello Stato laddove la ‘ndrangheta – prima fra tutte – è riuscita ad acquisire importanti spazi di manovra radicandosi, in alcuni casi, con veri e propri locali. Nei Paesi esteri peraltro la mafie italiane preferiscono ricorrere alla corruzione piuttosto che alla violenza per non destare allarme sociale. Le attività sviluppate dalla DIA in veste di driver nell’ambito della Rete Operat va Antimafia @ON, in coordinamento con EUROPOL. Il progetto continua a perseguire l’obiettivo di favorire lo sviluppo di collaborazioni tra Forze di polizia, lo scambio di informazioni e il monitoraggio della presenza di personaggi di spicco della criminalità mafiosa all’estero, nonché di sostenere l’eventuale ampliamento internazionale delle indagini attraverso l’invio di unità investigative specializzate.

La tematica attinente agli Appalti pubblici  evidenzia come nella Direzione è infatti incardinato l’Osservatorio Centrale Appalti Pubblici (O.C.A.P.) la cui finalità è quella di rendere più efficace il monitoraggio e controllo degli affidamenti delle opere pubbliche senza ritardare o vanificare l’impiego delle risorse. Una linea di azione da perseguire anche alla luce dei finanziamenti pubblici stanziati a seguito dell’emergenza COVID-19 per rilanciare l’economia del Paese”.

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