Violenza sessuale: il garante vieta la diffusione dei video. Conseguenze anche penali

Dopo la violenza subita a Palermo, stupro di gruppo, il Garante della Privacy interviene e mette in guardia sulla condivisione del video.

Avverte Telegram agli utenti: va tutelata la dignità della vittima. Conseguenze anche di natura penale.

Il Garante privacy mette in guardia sulle conseguenze, anche di natura penale, della diffusione e condivisione dei dati personali della vittima dello stupro di Palermo e dell’eventuale video realizzato. La ragazza, che ha subito violenza, sui social è stata identificata, manca solo il video dello stupro.

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A seguito di numerose notizie stampa su una “caccia alle immagini” scatenatasi nelle chat, l’Autorità – con due provvedimenti d’urgenza – ha rivolto un avvertimento a Telegram e alla generalità degli utenti della piattaforma, affinché venga garantita la necessaria riservatezza della vittima, evitando alla stessa un ulteriore pregiudizio connesso alla possibile diffusione di dati idonei a identificarla, anche indirettamente, in contrasto, peraltro, con le esigenze di tutela della dignità della ragazza.

Il Garante ricorda che la diffusione e la condivisione del video costituiscono una violazione della normativa privacy, con conseguenze anche di carattere sanzionatorio, ed evidenzia i risvolti penali della diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali (art. 734 bis del codice penale).

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