Lo stupro in guerra è accaduto troppe volte, la denuncia

Lo stupro in guerra è accaduto troppe volte. Nell’ex Yougoslavia si è parlato di stupri etnici. Secondo l’Unione Europea, circa 20mila donne furono ad esempio stuprate in Bosnia negli anni Novanta dai nazionalisti serbi.

Tuoni Capuozzo a Quarta Repubblica: “Lo stupro è una cosa orrenda in tempi di pace, ma in tempi di guerra diventa anche un’azione per umiliare il nemico. Come?  Non è più solo la donna che lo subisce, ma anche il marito, che è militare. E’ un’intera società che deve essere umiliata, piegata, inseminata”. Lo stupro sistematico ha conseguenze durature, di cui molto spesso ci si occupa poco, e che vanno molto oltre la fine del conflitto stesso.

Dall’Ucraina arrivano notizie di stupri da entrambe le parte, anche se ovviamente, in questi giorni stanno arrivando sempre più testimonianze di stupri compiuti perlopiù dai soldati russi su civili ucraini. A raccoglierle sono organizzazioni per i diritti umani e autorità locali, anche se è difficile per ora avere dettagli e in molti casi conferme sulle violenze. Il territorio è in guerra, nulla è facile o normale.

Secondo Kateryna Busol, ricercatrice del centro studi inglese Chatham House ed esperta di diritto internazionale, le crescenti testimonianze di stupri e il contesto di guerra in cui arrivano hanno “l’unico beneficio” di portare più attenzione sul tema: a differenza di quanto accade in tempo di pace, stavolta le violenze sessuali “si intrecciano con quella subita da tutta la popolazione: questo porta a maggiore solidarietà e attenzione nei confronti delle donne, e a incoraggiarle a denunciare”.

In guerra affrontare gli stupri, ovviamente, è ancora più difficile di quanto lo sia in tempo di pace.

In Ucraina a farlo sono soprattutto le organizzazioni non governative che riescono a operare sul territorio : “Hanno organizzato iniziative per informare le donne su come proteggersi, ricevere aiuto, su come trovare contraccettivi d’emergenza, per esempio”. Ci sono anche reti di attiviste femministe locali, come Feminist Workshop, di Leopoli e fondata nel 2014, che lavorano sia online che con le comunità locali per distribuire informazioni e aiuti medici, legali e psicologici alle donne vittime di stupro, e in questi giorni anche per organizzare rifugi sicuri.

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