“La decisione di sospendere lo START può essere reversibile. Per fare ciò, Washington deve mostrare volontà politica, compiere sforzi coscienziosi per una generale riduzione dell’escalation e creare le condizioni per la ripresa del pieno funzionamento del Trattato e, di conseguenza, assicurarne in modo completo la fattibilità. Esortiamo la parte americana a fare proprio questo”, ha fatto sapere il Ministero degli Esteri russo. “Fino ad allora, qualsiasi nostro passo verso Washington nel contesto dello START è assolutamente escluso”.
Il trattato Start, “Strategic Arms Reduction Treaty”, fu firmato nel 1991 da George H.W. Bush e Mikhail Gorbaciov nel 1991. Quello attualmente in vigore è il quinto di una serie di accordi internazionali stipulati sin dal 1991 per diminuire o limitare gli arsenali di armi di distruzione di massa. L’ultimo trattato è scaduto nel febbraio 2021, ma è stato immediatamente rinnovato per altri cinque anni da Joe Biden e dallo stesso Putin. La prossima revisione era prevista per il 2026.
I nuovi limiti del trattato, che sono finora stati rispettati da entrambe le parti, prevedono un massimo di 1.550 tra testate e bombe nucleari, 800 vettori nucleari (ovvero missili ICBM, sottomarini lanciamissili e bombardieri pesanti), di cui un massimo di 700 operativi contemporaneamente.
“L’estrema ostilità di Washington, il confronto che si intensifica e il suo corso aperto di escalation dolosa del conflitto dentro e intorno all’Ucraina hanno creato per noi un ambiente di sicurezza fondamentalmente diverso. Oggi gli Stati Uniti cercano apertamente di infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia e le tensioni alimentate da Washington vanno ben oltre la crisi ucraina: gli Stati Uniti e l’Occidente che guidano stanno cercando di danneggiare il nostro Paese a qualsiasi livello, in qualsiasi area e in qualsiasi regione del mondo”, continua il Ministero degli Esteri russo.
“Ci sono tutte le ragioni per affermare che la politica degli Stati Uniti è volta a minare la sicurezza nazionale della Russia, il che contraddice direttamente i principi e le intese fondamentali sanciti nel preambolo START, su cui si basa il Trattato e senza il quale non sarebbe stato concluso . Si tratta infatti di un cambiamento radicale delle circostanze rispetto a quelle che esistevano al momento della firma dello START. In un tale contesto, non è più possibile fare affari con gli Stati Uniti e l’Occidente in generale nel solito modo, sia in linea di principio che in relazione al campo del controllo degli armamenti, che è inseparabile dalle realtà geopolitiche e militare-strategiche”.
“C’è una certa assurdità nell’idea che la Russia fosse sotto una certa forma di minaccia militare da parte dell’Ucraina o qualcun altro”. Così il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, a Varsavia insieme a Joe Biden, commenta le parole pronunciate da Vladimir Putin.
“E questa è una cosa che il presidente Biden ha sottolineato altre volte e a cui si riferirà direttamente nel discorso di questa sera”, ha aggiunto riferendosi all’atteso discorso di Biden al castello reale di Varsavia, pur ribadendo che non si tratterà “di una replica al discorso di Putin, ma una confutazione di un argomento che la Russia ripete da tempo”.
Biden offrirà “una affermazione di valori” piuttosto che una replica al discorso di Putin, ha detto Sullivan, che ha precisato: “Non consideriamo il discorso come una sorta di testa a testa, non è una sfida oratoria con nessuno”.
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