“Come Emanuele”, un progetto per non dimenticare cosa è stato fatto ai ragazzi con il lockdown

Inizia con una lettera di un ragazzo di 14 anni al Presidente della Repubblica e alla senatrice Liliana Segre. Racconta la sua vita durante la pandemia, tutto quello a cui ha dovuto rinunciare. Di seguito trovate la lettera integrale.

“Emanuele è un fantomatico ragazzino di 14 anni, che viene fuori dalla nostra penna”, spiegano gli ideatori del progetto.

“Volutamente lui non usa parole come “green pass”, “vaccino”, “effetti avversi” ma nel suo racconto, scandito dalle ore di due diversi giorni, osserva  senza capirlo (in quel “boh” tutto il suo smarrimento) quello che, ad un certo punto, più che follia degli adulti gli sembra cattiveria. E degli adulti non si fida più perché nessuno lo difende, non il suo allenatore di calcio e non la sua professoressa che, invece, parla di rispetto delle regole. Ma lui quelle regole non le capisce perché non hanno un senso nelle sue semplici ma esaustive riflessioni. Così parla di tutto, pur senza menzionare nulla. Parla dell’esclusione, dell’umiliazione, dell’incomprensibilita’ di quanto accade, parla  sinanche della guarigione da covid e degli effetti avversi del suo amico Enrico Maria che, diversamente da lui, il documento ce l’ha”.

Nasce così, grazie all’Associazione Libero Arbitrium di concerto a tanti altri professionisti e associazioni, il progetto “Come Emanuele” che vuole raccogliere testimonianze di tutti i ragazzini che hanno sofferto perché emarginati ed estromessi dalla vita di relazione (scuola, sport, trasporto, tempo libero, esercizi commerciali) perché privi di green pass rafforzato ma anche di tutti i ragazzini che, proprio avendo il documento (come lo chiama Emanuele) hanno avuto danni da vaccino anti-Covid19.

“Vorremmo rappresentarlo alle proiezioni di INVISIBILI, cercando ragazzini che vogliano interpretare il testo. E vorremmo farne una raccolta di testimonianze, tutte su questo tema e tutte di ragazzi.
Avremo bisogno della nostra stampa e anche delle nostre TV. E di voi. Chi vuol darci una mano è il benvenuto, ci scriva alla mail come.emanuele@gmail.com
Emanuele è figlio di tutti noi, è figlio di un’Italia che non vogliamo mai più e allora è essenziale la memoria, è essenziale non dimenticare. Solo così la storia non potrà ripetersi”.
Associazione Arbitrium & Friends….

Ecco la lettera di Emanuele

 Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella 

protocollo.centrale@pec.quirinale.it 

Alla senatrice Liliana Segre 

via mail: liliana.segre@senato.it 

e c/o Associazione Figli della Shoa 

nella sua qualità di presidente onoraria 

segreterialilianasegre@gmail.com 

Ore 15,00. Oggi pomeriggio, dopo pranzo, non ho perso tempo: ho deciso che finirò i compiti velocemente così potrò andare a scuola calcio, il mister dopo l’allenamento farà le convocazioni per il torneo. Sono emozionato ma sono bravo, e mi impegno. Lui a me ci tiene. Devo stare calmo. Andrà tutto bene. 

Ore 19,00. Mamma… papà… il mister non mi ha convocato: ha detto che deve parlare prima con voi. Gli ho detto che voi siete felici per me, che mi potete accompagnare in trasferta, vero? Ma lui ha detto che per convocarmi serve un documento. Anzi, da domani serve questo documento per andare ad allenamento. Gli ho detto che la visita sportiva l’abbiamo fatta prima dell’iscrizione e che era tutto a posto, sono in formissima. 

Ore 22,00. Mamma e papà domani vanno a parlare con il mister. Quanti problemi questi adulti. Sono bravo, mi impegno, sto bene, sono sempre presente agli allenamenti, il dottore dello sport mi ha anche fatto i complimenti. Cos’altro può mai servire? Mah! Ho sonno. Domani inizia l’allenamento duro, mi concentro solo su quello. 

Ore 7,30: Mamma, stanotte ho sognato di giocare in uno stadio vero. C’erano i cori, gli striscioni e io mi alzavo la maglia come fanno i calciatori veri, dopo un gol, e sotto ne avevo un’altra con scritto “ho realizzato il mio sogno“. È stato un bel gol e da grande farò il calciatore. Voi applaudivate, nel sogno: tu ma’, piangevi di gioia! Pa’ urlava più di tutto lo stadio messo insieme! Metto la tazza nel lavandino e corro a scuola, oggi ho il compito di italiano. 

Ore 8,30. Papà, non mi hanno fatto entrare a scuola! La professoressa ha detto che senza il documento devo tornare a casa perché qualche mio compagno ha avuto il covid. Ma io che c’entro? Sto bene e con loro non sono stato neanche vicino… in realtà non sono stato vicino a nessuno… non ce lo permettono più. Solo a calcio non mi dicono niente… Come faccio col compito in classe? Boh! Va be, sono entrati tutti tranne me, riprendo l’autobus e torno a casa, mi devo collegare in DaD (non ne posso più). 

Ore 9,00. Papà puoi venirmi a prendere tu? Ero sull’autobus ma il controllore mi ha fatto scendere, ha detto che senza il documento non posso stare lì. Sì sì avevo la mascherina -non la sopporto più però: mi è diventato tutto rosso attorno alla bocca e attorno naso, brucia, mi serve quella crema che mi mette la mamma…- Il controllore mi ha detto che domani se voglio andare a scuola col bus devo avere il documento e che mi è andata bene se non mi ha fatto la multa… ma io il biglietto ce l’avevo… boh! Va be pa’, vado al bar di Luigi, vicino al semaforo. Ho 2 euro in tasca, prendo un cornetto. Ti aspetto là, che fuori fa freddo. 

Ore 9.10. Pa’ qua sono tutti impazziti! Non mi hanno fatto sedere. Dicono che senza documento devo stare fuori. Ma fa freddo, non ce la faccio. Luigi, il ragazzo del bar, mi conosce bene, non capisco…. Pa’, ha detto che se mi fa sedere e passano i controlli della polizia, lui va nei guai. Ma che controlli? E che guai? I poliziotti devono pensare ai delinquenti, io che c’entro? Me lo hai insegnato tu che loro ci proteggono … io… io non sono pericoloso pa’! 

Ore 17,00. Sto aspettando che mamma e papà finiscano di parlare con il mister. Nel frattempo metto la divisa, almeno non faccio tardi all’allenamento…. Cosa? No, non ho capito… mi gira la testa, sono confuso… cosa ho fatto di male? Perché non mi fanno allenare? Perchè devo uscire dallo spogliatoio? Ma glielo avete dato il documento? Quello che mi ha dato il dottore dello sport, dopo la corsa sul tapis roulant, con tutti quei fili attaccati al petto… sono sano come Associazione ARBITRIUM Sede legale: Via Dalmazia 31/E – 87100 – Cosenza (CS) associazionearbitrium@gmail.com www.arbitrium.org 

Associazione ARBITRIUM 

un pesce io, lo ha detto il dottore… Anche quando ho avuto il covid non stato male, sono una roccia io! E ora come faccio? No… non ci credo! Fino a quando? Ma io… non ho fatto niente di male. No per favore, fatemi parlare col mister, non è possibile che non mi faccia allenare. Lui ci tiene a me. 

Ore 19,00. Sono in camera mia. Solo. Avrei dovuto essere stanco dopo l’ allenamento e invece sono seduto sul letto, con la testa tra le mani e non capisco. Sono arrabbiato, voglio piangere. Non ho fame, stasera lasciatemi in pace. Il mister ha fatto le convocazioni e non c’è il mio nome, allora è vero per davvero. Va be, domani è il compleanno di Sara… penso a questo sennò impazzisco. 

Ore 8.30. Di nuovo DaD, mi sta stancando la scuola fatta così e poi sono l’unico a casa. No, non capisco prof, io non capisco più niente. 

Ore 18.00. È il compleanno di Sara… la mia compagna di scuola. Ho aspettato questo giorno da mesi. Sara mi piace e le piaccio anche io. Siamo in fila per i biglietti, al cinema, mi siederò accanto a lei, ha detto che mi tiene il posto. Appena spengono le luci mi faccio coraggio e le prendo la mano. Se ci fidanziamo oggi se lo ricorderà per sempre, è la data del suo compleanno. Mangeremo insieme i pop-corn, li offre lei a tutti per via del compleanno. È il mio turno alla cassa. Cosa? Quale documento? Ho i soldi, non bastano? Come sarebbe che senza il documento non posso entrare? Sta scherzando, vero? Ho aspettato questo giorno da almeno due mesi! Non ci credo… non mi fanno entrate. Sono l’unico. Sara ha gli occhi lucidi. Mi ha detto che ci sono gli altri compagni e deve entrare per forza ma vorrebbe stare con me e che le hanno rovinato il compleanno, questo sì che non lo dimenticherà mai. Mi ha dato il suo pacco di pop-corn, dovevamo mangiarlo insieme mentre le nostre dita si sfioravano, nel sacchetto. Non ci credo. Ho 14 anni e non piangerò, non voglio, non davanti a lei… ma porca miseria mamma quando arrivi? Ho bisogno di chiudermi in camera e piangere da solo, ma non qui… qui mi vergogno. 

Ore 01.30. Mi giro e mi rigiro nel letto. Non sono mai stato tanto umiliato in vita mia. Mi hanno escluso da tutto, non ho più niente: la scuola, il calcio, il cinema… neppure in un bar posso entrare. Perché mi stanno facendo questo? Luca il documento ce l’ha, ma oggi era assente perché ha il covid. Pure Maria Giovanna, Gloria, Ilario e Matteo. E io che sto bene e sono anche guarito dal covid l’anno scorso, sol perchè non ho il documento devo stare a casa? A me sembra una punizione: mi puniscono perché sto bene anche senza il documento! Oggi pomeriggio in chat calcio hanno scritto che l’allenamento è sospeso per questa settimana perchè cinque di noi hanno il covid. Ma avevano tutti il documento, allora perché? Come è possibile? Che senso ha? Potevo andarci pure io a calcio, allora, tanto non cambia niente con o senza documento. No, non capisco. Qui sono tutti pazzi… o cattivi? 

Ore 14.30. Oggi la prof. di italiano durante la DaD ha detto che dobbiamo rispettare le regole. Non c’ho visto più e le ho risposto che non riesco più a fidarmi degli adulti, che fanno scelte assurde e che lo sapranno mia mamma e mio padre cosa è giusto per me. Le ho anche detto che se vuole che mi fidi di lei, mi deve difendere, mi deve fare tornare a scuola perché se anche non mi piace tanto, è sempre meglio della DaD. Non capisco perchè devo stare solo io a casa, proprio io che sto bene anche senza il documento. È lei che l’anno scorso il 27 gennaio ci ha fatto fare il tema sulla giornata della memoria. Chissà se ce lo farà fare anche quest’anno o se invece di me non vuole avere memoria nessuno. E neppure di Enrico Maria… lui il documento ce l’ha, ma gli è venuta una strana cosa al cuore e… a calcio non ci potrà più andare. 

Emanuele, 14 anni. 

Per Associazione Arbitrium – il vicepresidente avv. Manola Bozzelli. 

Per non dimenticare. 

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