L’UE contro le scorreggie degli animali, ma cosa accadrebbe con una fuga di insetti da un allevamento?

“Che le bestie (e qui includo anche noi mammiferi) scoreggino, e lo facciano per necessità fisiologica, è fatto noto sin dalla preistoria, ma mi domando allora, considerando che una volta il mondo era affollato da dinosauri, i quali, si sa, hanno un sederone mastodontico, non è che per caso la colpa della glaciazione è delle loro flautolenze?”, denuncia la neuroscienziata Sara Marinelli

“Nel frattempo che gli scienziati indagano su questo fenomeno, nel dubbio è meglio sterminare le mucche e ricorrere ai grilli che, invece, è sicuro che non scoreggiano e non emettono gas serra.

Non voglio neanche pensare a cosa accadrebbe se, involontariamente, uno stabilimento-allevamento di grilli o locuste si guasti e questi invadano i terreni circostanti (si riproducono a tempi rapidissimi e in modo esponenziale) con la voracità biblica dell’ottava piaga d’Egitto.

“L’Agenda ce l’ha con gli allevamenti intensivi, anche a me non piacciono e penso che in generale il consumo di carne che facciamo sia eccessivo, ma per i nostri decisori il problema non è la salute individuale – ossia mangiare troppa carne lavorata e rossa – , no, il problema è l’impatto ambientale, perché come dice Bill, le vacche e i maiali scoreggiano molto, creando altrettanto gas, in particolare metano e anidride carbonica, che aumenta il riscaldamento terrestre.

Per farne un etto di farina, ne servono 70 di grilli, uccisi attraverso congelamento diretto (per buona pace degli animalisti e dei vegani), sgrassati attraverso raffinazione ed, infine, polverizzati.

Il costo di un etto di questo disgustoso composto è di circa 8 euro (quindi non è neanche economico).

Non voglio annoiare chi legge su cosa succederà ai valori nutrizionali degli alimenti in cui questa polvere è inserita, oppure con il fatto che non avendola mai mangiata, potremmo scoprirci allergici o intolleranti”.

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