Si chiama Mohsen Shekari, aveva 23 anni, era stato arrestato e condannato a morte per aver partecipato alle proteste anti governative che scuotono l’Iran da quasi tre mesi. E’ stata impiccato potrebbe non essere il primo. Le proteste in Iran sono esplose Sono esplose dopo la morte Mahsa Amini, la 22enne di origine curda morta per le bastonate alla testa mentre era in custodia della polizia morale perché non indossava il velo in modo corretto.
Mohsen Shekari è stato ritenuto colpevole di “inimicizia contro Dio”, per “aver bloccato una strada, aver estratto un’arma con l’intenzione di uccidere e avere ferito intenzionalmente un ufficiale durante il servizio”.
I familiari hanno saputo che la condanna era stata eseguita mentre attendevano sue notizie fuori dal carcere dove era detenuto. Il loro appello per la sospensione della sentenza di morte non è stato preso in considerazione.
“Mohsen Shekhari è stato giustiziato oggi”, scrive su Instagram un suo ex compagno di prigionia, Bob Aghebati.
“Il mio cervello sta esplodendo. Sono stato in contatto con Mohsen per circa venti giorni della mia detenzione a Evin. Mohsen lavorava in un caffè. Parla del suo amore per il gioco fino al mattino. Mi raccontava storie di God of War. Stava parlando della sua solitudine. L’ultimo giorno in cui nuotavo, nuotavamo insieme. Se a volte il cibo era troppo, mi faceva venire voglia di mangiare due bocconi.
Mi stava lodando. Mi ha fatto molti complimenti. Ha detto molto elegante.
Vorrei che tu non mi avessi elogiato così tanto. Vorrei che tu non avessi messo il tuo letto davanti al mio la scorsa notte. Vorrei che non ci avessi portato una bottiglia di soda quando sei tornato dall’interrogatorio. Vorrei che tu non mi avessi parlato dei tipi di caffè e di come prepararlo.
Vorrei che tu fossi vivo quando ho preparato il caffè stamattina.
Vorrei non aver visto questa notizia. Vorrei non essere così male.
Spero che…”
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