E’ successo in Belgio. Alla fine di settembre una dottoressa vaccinatrice, con 30 anni di esperienza, ha ricevuto da un ufficiale giudiziario una citazione davanti al tribunale di primo grado di Nivelles, nella regione di Brabante Vallone, per avere somministrato a una sua paziente il vaccino contro il Covid.
Una delle sue pazienti, che lei sostiene di aver vaccinato su sua richiesta un anno prima, ora la accusa di “avvelenamento da un prodotto sperimentale” lamentandosi di effetti collaterali neurologici. La paziente ha spiegato nell’accusa che la dottoressa “l’avrebbe incoraggiata a farsi vaccinare, senza menzionare il fatto che solo un anno fa i quattro vaccini contro il covid a disposizione beneficiavano solo di un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionale”, spiega il quotidiano Le Soir.
La dottoressa si difende sui social scrivendo: “La querelante è riuscita a trovare pseudo-medici che avevano scritto pseudo-attestazioni affermando pseudo-collegamenti tra le sue condizioni e la mia siringa Big Pharma”, ha postato su Facebook.
“L’Aviq, l’Agenzia vallone per una qualità di vita, responsabile della campagna di vaccinazione in Vallonia, è preoccupata per questa citazione e per gli effetti che potrebbe provocare nel corso della campagna per la quarta dose”.
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