Perché le centrali elettriche sul mare attirano gli squali. Il caso d’Israele e di Cerano in Puglia

Perché le centrali elettriche sul mare attirano gli squali? E cosa succede in inverno nei pressi delle centrali elettriche sul mare?

Cosa sta accadendo? C’è una vera e propria invasione di squali al largo delle coste israeliane nei pressi della centrale elettrica di Hadera. “Le centrali elettriche attirano gli squali”. L’allarme da Israele. Come nel 2017 e nel 2019, decine di squali sono stati avvistati di nuovo al largo della costa di Israele. Sono attratti da un fenomeno innaturale analogo a Cerano in provincia di Brindisi. I rischi in Puglia, a Brindisi, con l’impianto di Cerano dove sono stati avvistati

L’acqua calda che sgorga dalla centrale elettrica di Hadera, città settentrionale di Israele, ha attirato ancora una volta banchi di squali sulle sue coste, con le autorità naturali che affermano che i subacquei locali potrebbero essere in pericolo a seguito dell’arrivo della specie. Lunedì l’Autorità israeliana per la natura e i parchi (NPA) ha lanciato un avvertimento ai subacquei locali, chiedendo loro di evitare di nuotare vicino agli squali, il cui comportamento l’autorità ha descritto come imprevedibile. Gli squali sembrano appartenere a due specie: lo squalo bruno e lo squalo sandbar.

Gli squali ogni anno si dirigono verso l’impianto industriale della zona durante l’inverno in quello che gli scienziati hanno descritto come “un fenomeno legittimo e raro”. In passato, alcuni subacquei hanno fotografato i pesci mentre nuotavano al loro fianco. L’NPA ha affermato che questi squali sono un animale in via di estinzione, quindi chiunque lo danneggia, lo molesta o lo nutre – infrange la legge e rischia una punizione penale.

L’NPA ha anche sottolineato le forti correnti e le turbolenze create dalla centrale elettrica che possono essere pericolose per la vita delle persone che vi nuotano.

Lo squalo scuro può raggiungere fino a quattro metri e pesare fino a 350 kg, con le pinne posteriori leggermente arrotondate. Lo squalo sandbar è un po’ più piccolo, raggiunge circa 2,5 metri di lunghezza e pesa circa 100 kg. Entrambi gli squali sono considerati animali in via di estinzione.

” Gli squali nel Mar Mediterraneo soffrono molto a causa della pesca eccessiva e dei danni involontari causati dalla pesca, che provocano l’esaurimento della loro popolazione”, ha affermato Yigal Ben Ari, capo dell’unità marina dell’Autorità per i parchi e la natura israeliana. “A volte gli squali catturati involontariamente dai pescatori vengono ributtati in mare feriti e muoiono.

In Israele, gli squali sono un animale protetto e sono di grande importanza per preservare gli ecosistemi marini. “Qui a volte ci sono da 50 a 100 squali”, ha riferito Ejal Bigal dell’Università di Haifa alla stampa. Una tale popolazione di banchi di sabbia e squali neri è vista raramente.

Il ricercatore marino Bigal ha studiato per quattro anni cosa spinge questi animali nel Mediterraneo orientale. Negli ultimi 100 anni, il 95% degli squali mediterranei è stato ucciso. Dal momento che preferivano acque poco profonde vicino alla costa, sono stati catturati più velocemente dai pescatori. Inoltre, gli squali di barriera (Carcharhinus plumbeus) hanno tempi di riproduzione e crescita piuttosto lunghi,spesso solo dopo 20 anni.

È ancora più sorprendente vedere così tanti esemplari delle specie in via di estinzione in un unico luogo. I ricercatori del team di Bigal ritengono che la ragione della presenza dei numerosi squali sia connessa alla vicina centrale elettrica.

Un fenomeno analogo degli squali attratti dalle centrali elettriche vicino alla costa che fu documentato in anteprima dallo “Sportello dei Diritti” nel 2018, come evidenzia il presidente Giovanni D’Agata, è stato riscontrato anche davanti alle coste pugliesi. E non è un caso che anche lì, a Cerano, vicino Brindisi, ci sia una centrale elettrica dell’Enel vicina al mare Adriatico.

Nella zona, nel 2018, furono avvistati alcuni squali vicino gli scogli, un fenomeno sconosciuto fino a poco tempo fa in Puglia. Come lo spiega il professore Ejal Bigal, dell’Università israeliana di Haifa che ha osservato  insieme al suo team ciò che accade ad Hadera, a cinquanta chilometri da Tel Aviv, capitale dello stato ebraico.

La località sul Mar Mediterraneo, dov’è presente una centrale elettrica che riscalda l’acqua vicino alla costa, tanti predatori marini. È come se si creasse una “grande vasca idromassaggio” in cui si radunano dai cinquanta ai cento squali visibili ad occhio nudo dalla spiaggia. Quando la centrale di Cerano funzionava a pieno regime, la temperatura più elevata condizionava l’attività dell’impianto delle acque di scarico che superavano anche l’impressionate cifra di un miliardo e 300 milioni di metri cubi l’anno.

Ancora oggi esiste un microclima nella zona costiera del Brindisino, modificato dalla presenza industriale, che attira pesci di grande taglia vicino alla costa, squali compresi. Questi ultimi trovano poi anche cibo a sufficienza grazie alla presenza di pesci più piccoli. Si è creata così una vera e propria catena alimentare marina; peccato, però, che sia proprio vicino alla costa dove l’estate ci sono anche i bagnanti. Addirittura in alcune zone la balneazione e la pesca subacquea non sono state vietate.

Ed è immaginabile, quindi, a quali rischi potenziali si possa andare incontro pensando alla presenza di squali (esemplari fino a due metri di lunghezza) in ragione del sistema di prelievo di acqua da parte della centrale elettrica. C’è un punto in particolare dove l’acqua dolce e calda si mescola con quella salata più fredda e questo favorirebbe la presenza dei pesci.

C’è, tuttavia, una questione aperta: gli squali sono tra gli animali in via di estinzione e sono pertanto tutelati. Delle 73 specie oggetto della valutazione della Iucn (International Union for Conservation of Nature), venti sono classificate come in pericolo critico, undici come in pericolo, otto come vulnerabili, nove come quasi minacciate e dodici di minor preoccupazione.

Mancano i dati su tredici specie e quindi la situazione potrebbe essere anche peggiore. Nel Mediterraneo, stando a una recente analisi della letteratura scientifica condotta dal Wwf, il 50 per cento delle specie di squali e razze ittiche risulta essere minacciato. Insomma, gli squali esistono da più di 400 milioni di anni sul pianeta, ancor prima dei vertebrati terrestri e prima che molte piante colonizzassero le terre emerse; sono sopravvissuti ai dinosauri, ma rischiano di non sopravvivere all’uomo.

Quella dell’acqua calda espulsa dalla centrali elettriche è un fenomeno senza alcuna ombra di dubbio che altera l’ecosistema delle zone di pertinenza causando effetti che normalmente non si verificano in altre aree marine. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre impegnata nella salvaguardia dell’eco sistema marino e nella lotta all’inquinamento, una bella notizia. Proteggere questi animali vuol dire tutelare la stabilità di tutto il mediterraneo. L’uomo da tempo sta distruggendo tutti gli equilibri che lo hanno fatto sopravvivere fino ad oggi e che hanno creato questo splendido pianeta. L’estinzione degli squali potrebbe innescare contraccolpi a valanga di cui non si conoscono, ne si possono prevedere gli effetti. Ma possiamo immaginare che la proliferazione senza controllo di molte specie di pesci comporterebbe l’estinzione di altre specie, che oggi sopravvivono perché il loro nemico naturale è in esiguo numero, si potrebbe poi distruggere la flora marina.

Le specie che ne soffrirebbero sarebbe molte, tra cui l’uomo. Di seguito il link dei due video di Hadera in Israele  e Cerano in provincia di Brindisi:

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