“Le sanzioni uccidono famiglie ed imprese” Napoli scende in piazza contro la politica della guerra

No sanzioni alla Russia”, “No armi all’Ucraina”, “No alla distruzione del tessuto economico e sociale per le speculazioni”, con questi slogan Napoli è scesa in piazza. Le persone comuni non ce la fanno più. A pagare la guerra e l’invio di armi sono le persone e le famiglie, oltre che le piccole imprese. Napoli è scesa in piazza, senza partiti, senza schieramenti, unita per dire no alla guerra e no alle sanzioni alla Russia, che stanno mettendo in ginocchio famiglie ed imprese.

“Cosa direte ai vostri figli che siete rimasti a guardare? L’infinito corteo di Napoli che porteremo in tutta Italia, è un corteo pacifico contro il caro bollette. Stanno stritolando le vostre aziende avete solo qualche mese di ossigeno e poi vi chiuderanno. Tra poco diventerà difficile fare la pizza per il caro bollette e materie prima. Le sanzioni uccidono famiglie ed imprese. Non dubitate mai che un piccolo numero di persone possa cambiare le cose. La storia insegna che è possibile”

Sono stati spesi ben 28 miliardi di euro all’anno per la guerra in Ucraina “mentre – sostengono i manifestanti – il territorio crolla per inondazioni e terremoti, famiglie sul lastrico e le imprese falliscono”. Quest’ultima è la battaglia combattuta che ogni giorno dalle persone comuni “una guerra – aggiungono – non meno cruenta di quelle in atto. Una guerra dove i potenti non hanno interessi e quindi vergognosamente ignorata!”.

Il corteo è stato organizzato da associazioni identitarie e meridionaliste, estranee a logiche partitiche. Era, infatti, vietato esporre bandiere e striscioni recanti i simboli di partiti poiché la pace deve essere un obiettivo di tutti e sul quale non deve essere fatta speculazione per tornaconti personali. Al comizio hanno partecipato anche le associazioni di categoria colpite dal caro energia.

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