“Anche la prima guerra mondiale, ricordiamo è nata senza che nessuno la volesse. Intanto che si spara può sempre capitare l’errore, la mossa che determina la catastrofe. Non so se è chiaro”, spiega Massimo Cacciari a Non è l’Arena.
Cacciari con altri intellettuali ha firmato un documento in sette punti per ottenere la pace, il documento è stato firmato assieme da persone di destra e di sinistra, da delle proposte concrete.
“Quel breve documento dice: che un’invasione è un’invasione e non si discute, quindi ogni armistizio, pace, deve partire dal riconoscimento, diretto o indiretto, della Russia, di avere commesso qualcosa che lede un diritto internazionale.
Non parliamo del passato (Iraq, Kossovo), affrontiamo la situazione.
Gli Europei dovrebbero dire alla Russia di fermare le ostilità, anche unilateralmente, da domani non sparo più, e io, Unione Europea, contestualmente a questo tuo atto mai impegno perché si aprano contestualmente trattative di pace tra tutti gli interessati, sulla base di qualche si alcuni principi base, che sono fattuali: quelli che erano stati riconosciuti nel trattato di Minsk, che è stato completamente disatteso. Non mi interessa sapere chi è stato, adesso. Dico quello era un accordo che è stato disatteso, per cui è iniziata una guerra civile che ha fatto 20mila morti. Ducente mila russofoni, inoltre, sono dovuto scappare in Russia. Su quella base io Europa mi impegno a fare delle trattative, ma tu Russia ha aggredito e non si può invadere uno stato sovrano, quindi tu cessi le ostilità”.
La proposta. Sette passi per una pace giusta e duratura (non solo) in Ucraina
2) L’Ucraina ottiene la garanzia della propria sovranità, indipendenza, e integrità territoriale; una garanzia assicurata dai 5 membri permanenti delle Nazioni Unite (Cina, Francia, Russia, Uk, Usa) oltre che dall’Ue e dalla Turchia.
3) La Russia conserva il controllo de facto della Crimea per un certo numero di anni ancora, dopodiché le parti cercano, per via diplomatica, una sistemazione de iure permanente. Le comunità locali usufruiscono di accesso facilitato sia all’Ucraina sia alla Russia; oltre alla libertà di movimento di persone e risorse finanziarie.
4) Autonomia delle regioni di Lugansk e Donetsk entro l’Ucraina, di cui restano parte integrante, sotto i profili economico, politico, e culturale.
5) Accesso garantito a Russia e Ucraina ai porti del Mar Nero, per lo svolgimento delle normali attività commerciali.
6) Rimozione graduale delle sanzioni occidentali alla Russia in parallelo con il ritiro delle truppe e degli armamenti russi dall’Ucraina.
7) Creazione di un Fondo Multilaterale per la Ricostruzione e lo Sviluppo delle aree distrutte e seriamente danneggiate dell’Ucraina, un fondo al quale la Russia è chiamata a concorrere sulla base di predefiniti criteri di proporzionalità. (L’esperienza storica del Piano Marshall è di aiuto a tale riguardo).
“Anche il papa sostiene questa tesi, perché non finisce mai nelle liste dei putiniani?”, si chiede Massimo Giletti
“Perché sono dei vili”, risponde Cacciari
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