Effetti avversi: il responsabile è una proteina spike, che non esiste in natura, diversa da quella da malattia

L’allarme è stato lanciato dal bioimmunologo Mauro Mantovani, che ha svelato alla Bussola la sua scoperta che sarà pubblicata in ottobre. Lo studio è ancora in fase di realizzazione, ma sono molti gli interrogativi che si pone

“Dietro gli eventi avversi da vaccino c’è una spike diversa da quella virale, che non c’è in natura ma è più resistente. E rimane nel sangue anche dopo 10 mesi. Così il sistema immunitario continua a produrre anticorpi per un’immunizzazione non neutralizzante, ma che provoca gli eventi avversi. Secondo i produttori doveva rimanere in corpo massimo 9 giorni, ora la scienza deve spiegare perché la spike da vaccino resta così tanto tempo”.

Per arrivare a queste conclusioni sono state fatte delle analisi con una spettrometria di massa, previa predigestione e successivo sequenziamento, sul sangue, su 140 persone.

Come è diversa la proteina Spike indotta dai vaccini da quella del virus

“Questa diversità è determinata fondamentalmente dalla presenza di un aminoacido ripetuto due volte in successione (doppia Prolina o P-P) e che determina quella che in gergo si chiama una Sequenza cerniera, rappresentata da un dodecapeptide (12 aminoacidi, tra cui la doppia Prolina). 12 aminoacidi all’interno dei quali c’è una doppia prolina, che è un aminoacido con struttura e funzione (rispettivamente agli altri 19 aminoacidi) diverse (infatti è un “imminoacido”). Questa sequenza particolare NON esiste in Natura. È come se fosse un “marchio di fabbrica”. Perché chi ha pensato al vaccino ha sostituito due aminoacidi (in una regione della proteina S “strategica”) con una doppia prolina. Ma il motivo c’è. Questa prolina dà una maggiore stabilità di struttura e di conformazione a tutta la proteina per fare quello che deve fare. Non esiste in quella sequenza. La glicoproteina spike virale è meno stabile.

La proteina da vaccino è più resistente di quella naturale. È stata studiata apposta, per permettere al sistema immunitario di riconoscerla e agganciarla e quindi di conferire maggiore affinità. Questa maggiore affinità potrebbe a lungo creare dei problemi, specialmente se le immunizzazioni suppletive sono molto ravvicinate tra di loro.

L’Rna messaggero porta un’informazione che comunica alle nostre cellule di produrre questa proteina, il sistema immunitario la riconosce e vi si lega (il discorso ovviamente è molto più complesso). il messaggero Rna dice alla cellula: “Produci questa proteina con la sequenza che ti do io”.

Che cosa ancora non è chiaro

“Dobbiamo capire perché il nostro corpo produce questa spike-PP e soprattutto perché alcuni ce l’hanno e altri no.

Bisognerebbe capire come è possibile che dopo nove e dieci mesi anche con un inoculo solo, vi sia ancora la spike nel circolo ematico. Le spiegazioni potrebbero essere tante. Ma sono ipotesi.

Fonte: https://lanuovabq.it/it/effetti-avversi-imputata-una-spike-modificata-e-resistente

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