Danneggiati dal vaccino: la terapia potrebbe essere simile a quella per la fibromialgia

La terapia arriva dal dottor Attilio Cavezzi, esperto di chirurgia vascolare che opera a San Benedetto del Tronto e a Bologna, Ne ha parlato in una intervista a la Bussola

“La fibromialgia è una malattia che riconosce alterazioni a livello mitocondriale”, spiega il dottore. “Credo che per capire quello che sta succedendo nei danneggiati dal vaccino e in chi ha il long covid dobbiamo andare a capire che cosa succede nei mitocondri. È fondamentale per comprendere queste reazioni avverse. Il mitocondrio produce l’ATP, che è l’energia del nostro corpo. È come se il mitocondrio venisse intossicato sia nel covid che nei casi con effetti collaterali da vaccino. Un mitocondrio intossicato non produce energia e se non produci energia sei stanco e vai incontro a tutta la casistica di problemi: le reazioni avverse.

 Il mitocondrio dandoci l’ATP ci dà la vita, la cellula del globulo rosso non ha mitocondrio, infatti vive 120 giorni, l’ovocita della donna (che vive ovviamente decenni) ne ha 2000, i neuroni hanno moltissimi mitocondri. Allora, più una cellula deve vivere e deve produrre e consumare energia più ha bisogno di mitocondri. Guarda caso: i neuroni e le cellule del miocardio sono ricche di mitocondri. Quindi, se il mitocondrio è la vita e in un qualche modo viene intossicato dal Covid, trattandosi sempre di spike in ambito vaccinale, non è da escludere che la vittima finale sia il mitocondrio in questi casi caratterizzati da molteplici sintomi e segni multi-organo.

Diagnosi

Va fatta una “una diagnosi con esami del sangue accurati alla ricerca di questi squilibri e il test HRV”

Terapia

Occorre “aiutare i mitocondri che sono abbondanti nel sistema neuronale e miocardico, nervi (sistema nervoso centrale, ma anche periferico, incluso il famoso sistema autonomo di cui sopra) e cuore, che infatti sono tra i bersagli principali delle reazioni avverse”.

Le strade da intraprendere sono diverse a seconda dei casi. Si tratta di togliere l’infiammazione. In base alle condizioni cliniche del paziente bisogna procedere con terapia antinfiammatoria, una terapia detossificante, e una terapia antiossidante, il tutto per arrivare ad una regolazione dell’immunità ottimale e favorire una terapia neurotropica, ossia di regolazione del metabolismo dei nervi (ove indicato).

Occorre anche agire sullo stress e sulla “nutrizione: un’alimentazione a ridotto consumo di carboidrati perché i mitocondri producono ATP bruciando glucosio, ma ancor meglio i grassi buoni. Fondamentale è il controllo del nostro microbiota intestinale perché la nostra immunità dipende anche da lui.

Applico il principio del primum non nocere. Ho davanti a me pazienti che stanno già male per effetti avversi, non posso rischiare di indurre in loro altri effetti avversi. Do anche molta Vitamina D3, che se associata a zinco e alla Vitamina K2 sono i migliori immunoregolatori”

Fonte: .la Bussola

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