Medici cubani in Calabria, si ribellano anche gli ordini, ma nessuno parla di reintegro dei sospesi

Dopo l’annuncio dell’accordo firmato dal governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, per l’assunzione a tempo determinato di circa 500 medici provenienti da Cuba per sopperire alle carenze della sanità calabrese, si sono ribellati persino gli ordini dei medici locali, ma nessuno parla di reintegro dei non vaccinati, che hanno una professionalità certa e parlano italiano, due requisiti fondamentali per curare i pazienti.

I problemi sono tanti.

La lingua, l’italiano. E’ evidente che se un medico non parla o parla male la nostra lingua può creare gravi danni al paziente, derivanti non tanto dalla professionalità, ma dalla comprensione che dei problemi di salute, che gli sta spiegando chi ha di fronte.

Il riconoscimento dei titoli stranieri. Per Eugenio Corcioni, presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza “non si può fare non per un ostacolo burocratico, ma per un problema concreto, perché il corso di studi è decisivo per la garanzia dell’utenza e la medicina legale cubana è diversa da quella italiana. Ci vuole il riconoscimento dei titoli esteri, è una procedura che si fa persona per persona e non ha delle deroghe se non occasionali, nel corso della pandemia, ma adesso non esiste più lo stato di emergenza”.

Si teme una abbassamento della qualità del servizio. “Temiamo che la deroga di legge rispetto ai riconoscimenti dei titoli faccia abbassare il livello di qualità. Per questo chiediamo alle Regioni di riferirsi, in ogni caso, alla lunga esperienza del ministero in questo campo per i meccanismi di verifica”, spiega il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. “in Italia abbiamo un percorso formativo certo, qualificato. Se è necessario ricorrere a risorse esterne, e la legge oggi lo consente alle Regioni è necessaria una reale verifica di titoli. Ed è questo che chiediamo”.

Durante l’emergenza i medici stranieri hanno avuto incarichi limitati. “Anche nel corso dell’emergenza, i medici stranieri facevano solo tenda, o rianimazione per quanto riguarda i russi, con grandi ostacoli per quanto riguarda la lingua: se c’è una branca della medicina in cui parlare è decisivo, questo è proprio il pronto soccorso”, spiega Eugenio Corcioni, presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza

La Calabria è già una regione critica per la gestione della sanità si teme un aggravamento della situazione. “La Calabria è la Regione in cui c’è il maggiore disagio per la professione medica”, spiega il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. “Per colpa di scelte politiche attuali, e passate – spiega il segretario nazionale della Federazione italiana sindacale medici Uniti-Fismu, Francesco Esposito – la sanità calabrese è stata precarizzata e impoverita in tutti i settori: i servizi ospedalieri e territoriali, il pronto soccorso, la medicina di famiglia e il 118, la medicina penitenziaria o la guardia medica. Un vero e proprio smantellamento della nostra sanità pubblica sul piano delle risorse, del personale e delle strutture, purtroppo anche a favore del privato. Da un lato i pazienti vanno al nord per farsi curare, dall’altro i medici calabresi fuggono, vittime di un sistema clientelare e carente, basato su contratti precari e sottopagati”.

Prima gli specializzandi o i medici in pensione o soldi in più ai medici in servizio per le prestazioni extra. “prima di ricorrere ai professionisti cubani è necessario provare a trovare risorse interne, penso ai pensionati oltre che agli specializzandi”. È la riflessione del presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. “il Presidente Occhiuto non sa che la legge 145/ 2018, meglio conosciuta come “DL Calabria”, permette ai medici in formazione specialistica di partecipare, a partire dal 3°anno di corso, ai concorsi ospedalieri e di essere assunti a tempo determinato con automatica conversione del contratto a tempo indeterminato al conseguimento del titolo di specializzazione”, spiegano i sindacati medici Anaao Assomed e Anaao giovani. “Una legge ampiamente utilizzata in diverse regioni italiane, che vede oltre il 90% degli specializzandi favorevole a questa opportunità lavorativa e formativa. Ma l’Università degli Studi di Catanzaro boicotta, con motivazioni pretestuose, il reclutamento degli speciaizzandi nelle strutture sanitarie calabresi, non concedendo il nulla osta, in barba anche al recente accordo quadro Stato- Regioni. E c’è anche la possibilità di seguire la strada del Veneto, garantendo una retribuzione adeguata alle prestazioni aggiuntive dei medici in servizio, specie in pronto soccorso, e una corretta costruzione dei fondi contrattuali che incrementi il loro salario accessorio. Magari utilizzando i viaggi a Cuba come benefit aziendale”.

Trovata costosa. “La trovata del Presidente Occhiuto ha costi non leggeri (3500 euro metti al mese +1200 di rimborso spese + benefit vari) ed evidenti difficoltà, dalla necessità di formazione aggiuntiva, alla diversità di lingua, alla non semplice integrazione in un sistema di cure sostanzialmente diverso da quello cubano”, spiegano i sindacati medici Anaao Assomed e Anaao giovani.

Servono misure strutturali non spot elettorali. “Un ennesimo segnale della difficoltà in cui versa la sanità pubblica ma anche della fantasia creativa delle Regioni che si illudono di trovare soluzione a problemi strutturali attraverso provvedimenti estemporanei, dal vago sapore elettorale”, commentano i sindacati medici Anaao Assomed e Anaao giovani. “Grazie anche all’assenza della Politica, oggi affaccendata in tutt’altre faccende dettate dalla campagna elettorale e dimentica dello stato agonico del sistema pubblico di erogazione delle cure. E così siamo arrivati a cercare medici all’estero, addirittura oltreoceano. Cuba, fino ad oggi meta di vacanzieri italiani, diventa il luogo cui rivolgersi per colmare una carenza che ha raggiunto livelli insostenibili in tutto il Paese, specie nelle regioni del Sud, come la Calabria

I medici italiani sono sottopagati e precari. “Se il governo regionale smettesse di precarizzare e sottopagare i medici calabresi avremmo una adeguata pletora medica nella nostra regione e personale sufficiente in tutti i settori, conclude il segretario nazionale della Federazione italiana sindacale medici Uniti-Fismu, Francesco Esposito.

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