Effetti avversi: “che cosa succede a chi ne soffre”, parla il chirurgo vascolare Attilio Cavezzi

“Vedo ancora molti medici continuare a essere riluttanti a segnalare gli effetti indesiderati. E senza segnalazioni come si possono avere dati certi”, ha detto il chirurgo vascolare Attilio Cavezzi, medaglia d’oro in flebologia in una recente intervista a La Verità.

“Io sono un medico e il mio dovere è curare i malati, non posso girare la testa dall’altra parte solo perché può essere scomodo occuparsi di alcuni pazienti. Il vero problema è che non abbiamo dati affidabili, perché la farmacovigilanza sugli effetti avversi è ancora di tipo passivo. Tutte le piattaforme utilizzate non permettono di capire la reale portata di questo fenomeno, i casi sono sottostimati e ne ho persino conferme dirette da pazienti che mi dicono che quasi nessuno dei medici che li ha visitati in precedenza ha segnalato la reazione avversa”, spiega al quotiamo il chirurgo che opera tra San Benedetto e Bologna.

La sua è una statistica personale, ma significativa.

Quali sono i problemi medici che ha riscontrato

“Rispetto al 2021 i miei pazienti sono più che raddoppiati. Non è mai successa una cosa simile nei miei 33 anni di esercizio. La maggior parte di chi viene da me non ha solo una patologia, generalmente ha un eccesso di attivazione del sistema immunitario e una compromissione più o meno evidente delle funzioni neuro cardiovascolari. Sono delle problematiche che possiamo definire atipiche, diverse rispetto a quelle già conosciute e proprio questo mi ha incuriosito e spinto a indagare.

Il primo paziente si è presentato da me a giugno 2021. Era un bagnino, un uomo che non aveva mai avuto problemi di salute. Dopo qualche ora dall’inoculazione ha iniziato a stare male, l’hanno portato al pronto soccorso, aveva degli sbalzi di pressione impressionanti. I valori schizzavano oltre i massimi per poi crollare ben sotto il limite minimo”. Purtroppo non è stato un caso isolato. “Dopo di lui se ne sono susseguiti molti altri. E così, man mano che aumentava il numero dei pazienti che mi riferivano di aver avuto reazioni avverse, cresceva anche la mia consapevolezza del fenomeno in atto.

Tutti, nessuno escluso, presentano un’alterazione del sistema nervoso autonomo, in pratica è come se il paziente fosse sempre in uno stato di stress e dunque il suo corpo produce una quantità eccessiva di diverse sostanze come il cortisolo, la noradrenalina e l’adrenalina stessa”.

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