La corsa alle poltrone in atto in questi giorni, malamente camuffata da ricerca di intese politiche, non interessa minimamente gli italiani. I quali – con l’inflazione alle stelle, rincari ovunque e la prospettiva di un autunno bollente sul fronte di prezzi e tariffe – hanno ben altri problemi, cui purtroppo nessuno sembra voler dare soluzione: tanto per citarne uno, i 53,5 miliardi di euro di aggravio di spesa per l’acquisto di beni e servizi rispetto al 2021, causati proprio dai rincari.
Ci sarà una ragione se a un elettore su due – come certificano i sondaggi – le elezioni 2022 non interessano granché: e sembra di intuirla assistendo ai talk show di questi giorni, caratterizzati dalla quasi totale assenza di proposte politiche sui temi “caldi” che interessano gli italiani.
Ai cittadini interessa poco o nulla dei Calenda, dei Renzi, come anche dei Berlusconi e dei Letta, interessa poco o nulla dei partitini che colgono l’occasione per far parlare di sé e dei giochi politici per guadagnarsi il seggio, delle scaramucce televisive e dei dibattiti via social: interessa invece conoscere le idee diverse in campo sul piano economico, dei diritti, della collocazione internazionale dell’Italia. Su questi punti, invece, o un silenzio assoluto o una generale fotocopia degli stessi discorsi. In ambito politica estera, economia, lavoro, salute, ambiente, le differenze tra i programmi si riducono a sfumature impercettibili, e pare non esserci più nessun imbarazzo a ripetere a pappagallo, parola per parola, quanto sostenuto dal candidato avversario. Una cosa anormale e pericolosa in democrazia – la convergenza di tutte le opinioni – è già accaduta sotto i nostri occhi.
Di questo passo l’unico partito capace di vincere le elezioni sarà quello degli astensionisti, puntualmente demonizzati e accusati di disinteresse per la cosa pubblica, ma espressione piuttosto del vuoto di proposte e soluzioni della nostra politica. L’unico modo per evitarlo è articolare proposte diverse, garantendo una reale possibilità di scelta dei cittadini: altrimenti, prepariamoci all’ennesimo trionfo del partito del non-voto.
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