Arrestati otto sindacalisti, accusati di avere fatto il loro lavoro con scioperi e picchetti

La procura di Piacenza ha fermato otto sindacalisti, quattro di Si Cobas e quattro di USB (Unione sindacale di base), tutti nel settore della logistica. Per sei di loro sono previsti gli arresti domiciliari, per uno l’obbligo di firma e per un altro lìobbligo di dimora.

I provvedimenti riguardano scioperi e picchetti tenuti  tra il 2014 e il 2021. Le accuse sono pesantissime ed intimidatorie: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati quali violenza privata, sabotaggio, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Accuse molto pesanti per quella che appare come una normale attività sindacale, peraltro in uno dei settori – la logistica – più critici sul piano dei diritti dei lavoratori.

“A questi compagni si contesta, sostanzialmente, il reato di fare sindacato, e di non essere complici delle aziende, mediante accordi migliorativi raggiunti con le lotte e che i padroni vorrebbero far passare come “estorsione”, scrivono .USB Roma – Si Cobas Roma. “A questi compagni è stata notificata una lunga serie di reati quali “scioperi, picchetti, occupazioni, blocchi stradali ecc.” ossia esattamente quello che si dovrebbe fare quando il lavoro non rende liberi ma schiavi”.

“La USB è nel mirino del Ministero degli Interni e delle Procure di mezz’Italia ormai da troppo tempo, dalle denunce a raffica nei confronti di chi si oppone alla guerra e all’invio di armi, alle condanne per chi manifestava contro l’assassinio del nostro delegato proprio della logistica Abd El Salam durante un picchetto proprio a Piacenza per cui nessuno ha pagato, al “ritrovamento” di una pistola in un bagno della Federazione nazionale USB che si prova ad accollare ad un dirigente sindacale proprio della logistica”, scrive l?Unione sindacale di base.

“È quindi evidente il tentativo, questo sì criminale, di cercare di impedire che nei magazzini della logistica, nei luoghi della produzione e della commercializzazione delle merci cresca e si rafforzi il sindacato di classe, conflittuale, che non cede di un millimetro sui diritti dei lavoratori”.

Il provvedimento ha fatto infuriare i sindacati, che lo ritengono illegittimo e persecutorio.

USB ha proclamato 24 ore di sciopero, a partire dalla notte di martedì 19 luglio, in protesta contro le misure cautelari.

Nel pomeriggio ci sono state mobilitazioni spontanee in alcuni magazzini delle province di Pavia, Cremona e Milano.

“Dopo anni di denunce, anche alla magistratura, e di lotte contro un sistema che schiavizza i lavoratori della logistica, questa mattina all’alba alcuni dirigenti dell’USB della logistica e del Si Cobas hanno avuto l’amara sorpresa di ricevere la visita della polizia che gli ha comunicato provvedimenti cautelari. La cosa non ci sorprende visto l’enorme volume di iniziative sindacali portate avanti in questo vitale segmento del mondo del lavoro, ma non è facile da digerire. Mentre tutti i responsabili della catena degli appalti e subappalti, del lavoro precario, ricattato, schiavistico, sono ormai nelle loro residenze estive, i compagni che da anni portano avanti le lotte per ottenere migliori condizioni di lavoro e per l’assunzione di migliaia di lavoratori precari o costretti a continui cambi di appalto sono stati oggetto “dell’attenzione” della magistratura e oggetto di indagini o di pesanti limitazioni alla libertà personale e, aggiungiamo noi, sindacale”, scrivono USB Roma – Si Cobas Roma.

Rivendichiamo con forza il diritto di fare sindacato a difesa delle condizioni lavorative e salariali di tutti i lavoratori, ad iniziare da quelli della logistica, e rivendichiamo l’uso di metodi di lotta, come quelli oggetto della repressione poliziesca e padronale, finalizzati al miglioramento delle condizioni dei lavoratori. Siamo consapevoli che ai padroni questi metodi non piacciono, visto che li costringono ad arrivare ad accordi sindacali che non sono da loro dettati, come accade con altre organizzazioni sindacali.

Questa violenta operazione poliziesco/padronale, finalizzata a rompere il ciclo di lotte consolidatosi in questo determinante settore della catena del valore e per porre ulteriori limiti al diritto di sciopero, di cui sono state interpreti le nostre organizzazioni sindacali e le migliaia di lavoratori che ad esse aderiscono, ci conferma che la rottura della catena dello sfruttamento e dell’oppressione padronale è possibile e la reazione scomposta della magistratura, le denunce padronali, gli omicidi durante i picchetti, i licenziamenti e tutto l’armamentario che aziende e cooperative hanno messo in campo in questi anni ne sono la riprova. In tutta Italia sono già partite le mobilitazioni, i presidi, gli scioperi nella logistica e domani saranno ancora più intensi con iniziative in tutte le piazze Italiane.

A Roma il presidio si terrà mercoledì 20 luglio, alle ore 11.00, in piazza SS Apostoli.

Il governo e la magistratura vogliono metterci il bavaglio, ribelliamoci a questo disegno repressivo e scendiamo nelle piazze per rivendicare il nostro diritto a fare sindacato e per la difesa dei lavoratori con le forme di lotta più idonee al raggiungimento di questi obiettivi”.

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