“Julian Assange è in prigione è perché gli Stati Uniti lo vogliono morto”, Jeremy Scahill

“L’unico motivo per cui Julian Assange è in prigione in questo momento è perché gli Stati Uniti lo vogliono morto”.
così tuona su twitter Jeremy Scahill, giornalista indipendente, co-fondatore di @theintercept, autore si libri acque nere e guerre sporche. segnalato da iraq, afghanistan, somalia, yemen, ecc.

Julian Assange è  stato arrestato dalla polizia britannica nell’aprile del 2019 dopo aver passato sette anni rinchiuso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Attualmente è in un carcere inglese in attesa che si decida della sua sorte. Gli Sati Uniti hanno chiesto la sua estradizione.

Assange a partire dal 2010, tramite la piattaforma Wikileaks, ha diffuso più di 700’000 documenti segreti sulle attività militari e diplomatiche statunitensi, in particolare in Iraq e Afghanistan.

Durante le udienze, la giudice ha respinto le argomentazioni della difesa secondo cui Assange avrebbe agito in nome della libertà di stampa. Accordandosi con degli hacker per ottenere dei documenti “si è spinto ben oltre al ruolo di giornalista investigativo”, ha dichiarato. Il mondo del giornalismo libero non è d’accordo con questa sentenza. Qui c’è in gioco la libertà di stampa.

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