Le liste di attesa si fanno sempre più lunghe: 720 giorni di attesa per una mammografia, 375 per una ecografia e 365 per una Tac. In tutto il mondo, la pandemia COVID-19 non solo ha fatto registrare milioni di vittime e sottoposto i servizi sanitari ad un vero e proprio stress test, ma ha anche determinato un importante impatto negativo indiretto sulla salute delle persone, causato dalla generale riduzione dei servizi e delle prestazioni sanitarie disponibili per le patologie non connesse con la virosi e dal conseguente allungamento dei tempi d’attesa, con conseguenze negative sugli esiti delle cure.
A questo si aggiunge una grave carenza di medici, infermieri e altri professionisti della salute, che la pandemia ha acuito.
Le recenti segnalazioni di Cittadinanzattiva, che riportano fino a 720 giorni di attesa per una mammografia, 375 per una ecografia e 365 per una Tac, rappresentano un grido d’allarme per le possibili ripercussioni sulla salute dei cittadini.
Oltre a mettere in atto misure, del tutto condivisibili, per incrementare il numero di professionisti, migliorare le loro condizioni di lavoro e l’organizzazione dei servizi, è anche necessario agire sulla domanda di prestazioni: si stima che almeno il 30% di esse non sia necessario e possa provocare danni ai pazienti.
Nel progetto Fare di più non significa fare meglio – Choosing Wisely Italy, promosso dall’associazione Slow Medicine, sono state definite dalle società scientifiche italiane più di 100 raccomandazioni che riguardano esami che spesso non sono necessari e di conseguenza possono e devono essere ridotti.
https://choosingwiselyitaly.org/
Si continuano ad esempio ad eseguire radiografie del torace ed altri esami preoperatori per pazienti e tipologie di interventi che non ne hanno reale necessità.
Per gli esami che sono realmente necessari si possono poi usare strumenti come i RAO (Raggruppamenti di Attesa Omogenei) che indicano la corretta priorità clinica in base alle condizioni del paziente.
Ognuno dovrebbe fare la propria parte: gli amministratori, prima di aumentare l’offerta di esami, dovrebbero interrogarsi e intervenire sulla loro appropriatezza, in particolare per le indagini radiologiche ambulatoriali considerato che oltre il 50% sono ritenute inappropriate; i medici, prima di prescrivere o eseguire esami, dovrebbero valutarne l’utilità e i possibili rischi, informandosi, per esempio, sulle raccomandazioni di Choosing Wisely Italy e sui RAO; i cittadini dovrebbero avere la consapevolezza che sottoporsi a più esami non sempre è utile ma anzi può arrecare danni, in particolare per quanto riguarda i check-up.
Prescrivere ed eseguire gli esami giusti nei tempi giusti può aiutare ad affrontare la grave questione delle lunghe liste d’attesa, migliorare gli esiti di salute dei pazienti e contribuire a salvare il Servizio Sanitario Nazionale.
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