Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha respinto le richieste di chiedere pubblicamente agli Stati Uniti di abbandonare l’accusa nei confronti del fondatore di WikiLeaks e cittadino australiano Julian Assange.
Albanese, che è salito al potere alle elezioni un mese fa, ha rifiutato di dire se avesse parlato con il presidente Joe Biden del caso.
Stella Assange, la moglie del giornalista incarcerato per aver rivelato i crimini di guerra degli Usa, ha detto che suo marito è stato perseguito per aver denunciato crimini di guerra e abusi di potere. “L’unico obiettivo qui è quello di liberare Julian perché questa situazione va avanti dal 2010. È in prigione da oltre tre anni e il caso contro di lui è una farsa”.
I sostenitori di Assange che chiedono l’intervento del governo australiano. “Il governo australiano può e dovrebbe parlare con il suo più stretto alleato per porre fine a questa questione”, hanno detto all’Australian Broadcasting Corp.
I pubblici ministeri americani affermano che Assange ha aiutato l’analista dell’intelligence dell’esercito americano Chelsea Manning a rubare cavi diplomatici riservati e file militari che WikiLeaks ha successivamente pubblicato, mettendo a rischio vite umane.
Carr ha osservato che la sentenza di Manning è stata commutata nel 2017. Carr ha detto ad AuBC che Assange sotto processo negli Stati Uniti avrebbe “acceso l’antiamericanismo in Australia in un modo che non abbiamo mai visto”. Ha detto che l’ostilità all’alleanza australiano-americana non era “nell’interesse di nessuno dei due paesi”.
Gli avvocati di Assange hanno in programma di ricorrere in appello, estendendo il processo di mesi o addirittura anni.
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