Trieste in piazza: “Piangete: è morta la repubblica, è morta la democrazia, piangete!”

“Piangete, è morta la Repubblica, è morta la democrazia, piangete!”, così hanno sfilato i manifestanti a Trieste. Tra loro c’era anche Stefano Puzzer. Portavano una bara listata a lutto con cristo sopra a caratteri bianchi su sfondo nero Repubblica. “Potete unirvi a noi”, hanno detto dai megafoni, sfilando per le vie della città. “Lunedì troverete la bolletta aumentata, troverete tutti gli obblighi a cui siete sottoposti, magari non voi, ma forse avete qualche parente che lavora a scuola segregato, qualche sanitario che non va a lavorare, perché vuole decidere del proprio corpo, forse è il momento di rinunciare a un cocktail e accendere il cervello. Piangete è morta la democrazia. E’ morta la repubblica, piangete!”.

Le motivazioni degli organizzatori del “funerale” della Repubblica

“È legittimo dubitare che quella italiana sia mai stata effettivamente una “Repubblica democratica fondata sul lavoro” come recita l’articolo 1 della Costituzione. Dopo i ricatti e le discriminazioni dell’obbligo vaccinale e del lasciapassare verde, questi dubbi son diventati certezze. Milioni di lavoratori hanno subito sul proprio corpo l’imposizione di un trattamento “sanitario” obbligatorio, volto all’esibizione di una tessera di fedeltà al regime per poter continuare a lavorare. Questo non è che il culmine di un attacco generalizzato alla classe lavoratrice, che va avanti da decenni, fatto di salari sempre più bassi, precarizzazione, lavoro gratuito degli studenti e dei “volontari” del servizio civile, innalzamento dell’età pensionabile, negazione di condizioni di sicurezza… Oggi ci troviamo in una condizione di disastro sociale, aggravato dalle politiche di “emergenza sanitaria” portate avanti dagli ultimi due governi, a cui si aggiunge la criminalepartecipazione, con fornitura di armi, della “Repubblica che ripudia la guerra” (art. 11 dellaCostituzione) al conflitto in Ucraina, che stiamo tutti pagando in termini di crisi economica,caro vita e aumento delle spese militari a discapito di sanità, istruzione e spesa sociale. Ai lavoratori che osano ribellarsi a tutto questo, la “Repubblica democratica fondata sul lavoro” ha risposto con la compressione del diritto allo sciopero, con le manganellate e con ilicenziamenti politici, come successo anche nella nostra città a danno dei portuali. Per tutto questo, all’ipocrisia della festa del 2 giugno, opponiamo la nostra veglia funebre per la morte conclamata della Costituzione della Repubblica. Questo “lutto” non significa per noi rassegnarsi ad un futuro fatto di discriminazioni, miseria e autoritarismo, ma, al contrario, rilanciare la lotta per il riscatto sociale, la dignità del lavoro e l’affermazione delle nostre libertà”.

Qui il video della manifestazione: https://youtu.be/39uKsGYsDk0

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