“Uno stato deve avere il diritto di secretare delle carte per preservare la democrazia liberale”, questa la motivazione di Daniele Nahum, del PD, alla negazione della cittadinanza onoraria a Julian Assange dei membri del partito democratico di Milano. “Non si è comportato da giornalista, ha pubblicato senza nessuna spiegazione o mediazione una massa di documenti secretati”, ha detto la renziana Lisa Noja.Una presa di pozione che mette un bavaglio ai giornalisti e alla libertà di stampa. Pubblicare la verità sta lentamente ed inesorabilmente un reato, se si possono mettere in prigione i giornalisti per avere scritto la verità. Un tempo sarebbe stato un scoop, che avrebbe portato alle dimissioni dei politici, anche dei capi di stato. Oggi porta Assange in prigione.
La richiesta di cittadinanza onoraria ad Assange e la richiesta dell’impegnare l’amministrazione ad esprimersi contro la sua estradizione dal Regno Unito, è stata proposta in Consiglio Comunale a Milano da Carlo Monguzzi di Europa Verde e da due consiglieri della lista Beppe Sala sindaco, Enrico Fedrighini e Marco Mazzei. ILPd si è opposto proponendo due emendamenti: togliere la cittadinanza onoraria dal testo assieme al rifermento di condanna e di estradizione.
Alla fine il consiglio comunale ha approvato a maggioranza una mozione generica che prevede“azioni di sensibilizzazione verso la libertà di informazione” e una condanna limitata al “trattamento processuale” riservato al giornalista. Una pozione completamente diversa da quella richiesta dai tre consiglieri. Il testo di Cucchiara, ridimensionato dalle modifiche approvate, è passato così con 27 voti favorevoli inclusi i Verdi, e sei astenuti.
“C’è amarezza perché non si può pensare che, per questioni di relazioni internazionali, si possa soprassedere su violazione dei diritti umani”, ha commentato Cucchiara. “Sono allibito – chiosa il capogruppo dei Verdi, Carlo Monguzzi. – perché Milano é città Medaglia d’oro della Resistenza e una delle forme della Resistenza è la libertà di stampa”.
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