Ha salvato la vita a una persona, facendo il suo lavoro di medico, ha agito, è evidente, nell’interesse del paziente. Ora rischia di essere radiato dall’ordine dei medici. Il dottor Giovanni Belcari, medico del pronto soccorso di Portoferraio, ha deciso di dare il plasma iperimmune a un paziente in condizioni critiche per il Covid. Già malato di leucemia il sessantenne non riusciva a negativizzarsi e stava sempre peggio.
Il medico ha agito secondo le regole: ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione al comitato etico dell’Area Vasta Nord Ovest per infondergli il plasma come cura caritatevole. I vaccini nei pazienti immunodepressi hanno meno efficacia. Con tre infusioni di plasma iper-immune il paziente si è sentito meglio e dopo una settimana stava bene.
I colleghi hanno segnalato all’ordine dei medici l’operato del dottor Giovanni Belcari, che dopo aver salvato una vita, si trova ora a combattere per non essere radiato dall’ordine dei medici, un provvedimento che, dopo anni di studio e di lavoro, gli impedirebbe di esercitare la professione medica, lui, che il paziente lo ha salvato.
Spartaco Sani, primario di malattie infettive a Livorno, ha inviato una dura email ai colleghi, perché «la cosa non si ripeta», scrive il Corriere della Sera, nonostante un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine (Nejm) difende la terapia con plasma autoimmune, definendola “utile nella lotta al Covid”. Per lui nessuna procedura pendente presso l’Ordine dei Medici.
La vicenda ha dell’incredibile, e denota la totale perdita di buon senso e aderenza al senso della realtà, che stiamo vivendo oggi. Ci chiediamo: come sia possibile pensare di radiare un medico perché ha salvato un paziente? Non dovremmo premiarlo?
Può interessarti anche: La burocrazia inutile soffoca i medici di base. Il sindacato si ribella
Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it
Seguici su Telegram https://t.me/presskit
