L’hanno scritto e lo faranno. La spesa per la sanità sarà ridimensionata di un punto di Pil in tre anni. Gli italiani sanno bene quanto questo settore sia in crisi. Per regole per il contenimento della pandemia hanno ulteriormente complicato gli accessi in ospedale. I medici di base, quando ci sono, sono sepolti dalla burocrazia. Una situazione, questa, che va avanti da molto tempo e non fa che peggiorare. Nel 2028 l’Italia aveva 314 posti letto ordinari in ospedale ogni centomila abitanti. La media europea all’epoca era di 530, la Germania ne aveva 800 e la Francia 590. I taglia al settore sono continuati, così si è arrivato nel 2000 l’Italia a su 268.000 posti letto, ridotti nel 2019 a 189.000. Numeri impietosi, che sono lo specchio di una realtà drammatica.
Per i posti letto in terapia intensiva l’Italia è diciannovesima in Europa.
E adesso arrivano nuovi tagli. Lo annuncia il documento di Economia e Finanza 2022. Qui è stata programmata una progressiva riduzione delle risorse destinate al settore. In soli tre anni gli investimenti in sanità si ridurranno di un punto percentuale sul PIL. Snel 2020 e nel 2021 si è registrato un aumento della spesa sanitaria in percentuale PIL, rispettivamente il 7,4% e il 7,2%, dal 2022 ritornano i tagli. Quest’anno le risorse per la sanità equivarranno al 7% del PIL, quindi -0,2% rispetto all’anno precedente. Per poi ridursi al 6,6% nel 2023, 6,3% nel 2024, e arrivare infine al 6,2% nel 2025.
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