19 febbraio 2022: Zelensky avrebbe potuto evitare l’invasione russa

Le truppe russe erano già ai confini con l’Ucraina, ma la diplomazia avrebbe potuto fermare l’invasione. Era il 19 febbraio 2022 quando il cancelliere tedesco Scholz ha proposto a Zelensky la possibilità di una de-escalation. Zelensky ha risposto no.

le condizioni erano chiare e adesso sarebbero un piccolo prezzo da pagare per far finire la guerra, ma alla Russia ora non bastano più: rinunciare all’adesione alla Nato e dichiarare la neutralità come parte di un più ampio accordo europeo di sicurezza tra l’Occidente e la Russia. Come l’Austria, l’Ucraina sarebbe dovuto diventare neutrale per la Russia.

L’accordo proposto da Scholz sarebbe stato garantito dal presidente russo e da quello statunitense,  Putin e Biden insieme avrebbero garantito la sicurezza dell’Ucraina.

Adesso quell’accordo è impossibile e l’Ucraina dovrà concedere molto di più alla Russia per vedere la fine del conflitto.

La rivelazione è stata fatta da Libero in un articolo a firma di Antonio Socci.

“Dopo che è iniziata l’invasione – si legge nell’articolo – col suo corteo di morte, il presidente ucraino ha dichiarato (il 15 marzo) che era tramontata l’adesione alla Nato e (il 27 marzo) che si poteva ragionare sulla neutralità e pure sul Donbass. Ma ormai era tardi. Probabilmente quando la trattativa vera inizierà l’Ucraina dovrà concedere molto più di quanto sarebbe bastato il 19 febbraio. E sarà un Paese devastato, con migliaia di morti. Mi pare un fallimento immane. La vittoria era scongiurare la guerra. Oltretutto Zelensky era stato eletto per cercare un accordo con la Russia. Questo volevano gli ucraini. Per esempio, la guerriglia in Donbass da anni provocava tanti morti. Perché Zelensky non ha pacificato quella regione imitando ciò che l’Italia ha fatto con l’Alto Adige?”

 

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