I conflitti, i cambiamenti climatici e la pandemia di Covid-19 stanno infliggendo un triplo colpo ai diritti e alla sicurezza di donne e ragazze rifugiate, sfollate interne e apolidi, molte delle quali si trovavano già ad affrontare disuguaglianze e discriminazioni profondamente radicate.
A due anni dall’inizio della pandemia, continuiamo a vedere un aumento delle denunce di violenza di genere, dalla violenza domestica ai matrimoni forzati, dal lavoro minorile alla tratta e allo sfruttamento.
In alcuni contesti in cui le famiglie sono colpite da conflitti, disastri, insicurezza e povertà crescente, le ragazze vengono portate via dalla scuola per lavorare, mendicare, sposarsi – e, nei casi più estremi, per essere vendute.
Il peggioramento delle condizioni socio-economiche aggravato dalla pandemia colpisce maggiormente le donne e le ragazze costrette a fuggire. Milioni di loro dipendono dal lavoro precario nell’economia informale – guadagnando meno e spendendo di più per sostenere le loro famiglie. Sono a maggior rischio di povertà e sfruttamento.
La disuguaglianza di genere è sia una causa che una conseguenza delle migrazioni forzate. Sappiamo dalle nostre interazioni quotidiane con le persone costrette a fuggire che le donne e le ragazze che vivono in contesti di crisi umanitaria e di conflitto armato sono ad alto rischio.
Temiamo che le disuguaglianze di genere esistenti possano solo aggravarsi a causa dell’impatto del cambiamento climatico – dalle disuguaglianze nell’accesso alle risorse naturali, ai diritti legali, alle opportunità di sostentamento, alle reti di sicurezza formali, alle tecnologie e informazioni, e altro ancora.
Mentre celebriamo la Giornata Internazionale della Donna, esortiamo i governi, la società civile e ognuno di noi e le nostre comunità ad affrontare la disuguaglianza di genere in tutte le sue forme e a sostenere e promuovere la leadership, l’inclusione e la piena partecipazione delle donne e delle ragazze costrette a fuggire.
Da parte sua, l’UNHCR si impegna a sostenere le risposte locali guidate dalle donne in prima linea e a rafforzare la collaborazione con le organizzazioni guidate da donne – specialmente se rifugiate, apolidi e sfollate interne.
Occorrono sforzi concertati per lavorare in collaborazione con le donne e le ragazze costrette a fuggire, le loro comunità e tutte le parti interessate per trasformare i sistemi e le norme sociali dannose che perpetuano la disuguaglianza di genere e la discriminazione. In caso contrario, rischiano di esssere lasciate indietro.
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