“I 5 milioni di non vaccinati sono molto arrabbiati con il governo, a livello quasi di ferocia”, Pietro Senaldi

Ci sono 5 milioni di persone che non possono più partecipare a nessuna attività sociale. “Io penso che i 5 milioni di non vaccinati sono molto, molto arrabbiati con il Governo, a livello quasi di ferocia, e questo chi ci governa deve saperlo, perché è un dato importante con cui fare i conti”, così racconta la situazione di emarginazione forzata dei non vaccinati Pietro Senaldi, vice direttore di Libero a Contro Corrente.

“Vengono descritti come gente che deve fare una scampagnata, ma non è così – spiega a Contro Corrente Paolo Gibilisco docente di matematica a Tor Vergata – Io ricevo lettere da coppie di insegnati che non sanno come unire il pranzo con la cena, non possono lavorare perché hanno scelto liberamente di non vaccinarsi e non portano i soldi a casa. Che facciamo? Gli diciamo di aspettare a questi la modulazione della road map per uscire dalla pandemia? Mi dovete spiegare in quale stato dell’Europa c’è una situazione simile.

Ricevo lettere di salariati che sono senza stipendio. Per un salariato essere senza stipendio vuol dire essere alla fame.

Ricevo lettere da persone delle forze dell’ordine che si interrogano sul perché dopo essere stati servitori dello Stato devono essere puniti”.

“Ci sono 10 milioni di italiani che non hanno fatto la terza dose – dice Nunzia De Girolamo – è per questo che il green pass serve, perché se lo togliamo chi si deve vaccinare non si vaccina più”

“A me questi discorsi sembrano fuori dal mondo – spiega Olga Milanese, avvocato, a Contro Corrente- nessuno stato civile democratico ha mai pensato di togliere alle persone, ai lavoratori lo stipendio e la possibilità di sostentamento a fronte del ricatto di un trattamento sanitario. Questa è una cosa indegna di un paese civile. E’ successa solo in Italia. Gli altri stati non hanno mai tolto lo stipendio a nessuno, nemmeno quando hanno messo l’obbligo per i sanitari. Non hanno privato i sanitari della retribuzione. Non hanno imposto ai sanitari bustier e la quarta dose. Non gli hanno proibito di tornare a lavorare, né di percepire lo stipendio, né di portare il piatto a tavola. Non l’hanno fatto né con loro né con le altre categorie di lavoratori ed è una cosa indegna. E quando si dice che il green pass è legato a un ricatto di sottoporsi a un trattamento sanitario si sta dicendo una cosa gravissima, di cui forse non ci si rende conto”.

“Per gli obblighi vaccinali pediatrici non si è mai imposto la perdita di un diritto. – continua l’avvocato – Alla sottoposizione di un trattamento sanitario viene collegato come metodo punitivo degno di un’autoritarismo, di una dittatura, viene collegata la sottrazione di un diritto fondamentale, che è quello del lavoro e della sopravvivenza. I giornali inglesi e tedeschi parlano di dittatura italiana”.

 

 

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