Non è importante dividere le persone tra vax, no vax, no terza dose… l’importante è restare uniti, solo così potremo prenderci cura gli uni degli altri, come abbiamo sempre fatto, e guarire. Questa non è una guerra, è un virus.
La metafora della guerra è utile solo alla politica per imporre e fare accettare regole sempre più assurde e restrittive. Non serve a nulla fuori dei palazzi dove si prendono decisioni. Occorre restare uniti, aiutarsi, restare amici.
Gli scienziati non sono né di destra, né di sinistra o di centro, perché quando li si fa gli interessi di una certa parte, quando si usa la scienza per la propaganda politica nascono scienziati feroci. La storia ce lo insegna, e non solo il passato, basta guardare alla cronaca di questi giorni: ospedali che non operano le persone senza green pass, una donna allontanata dal pronto soccorso perché non aveva il tampone, che abortisce subito dopo.
Abbiamo permesso alla burocrazia di prendere il posto della nostra umanità. Per aumentare opportunità e diritti la scienza non deve schierarsi, non deve avere un colore, deve essere libera e deve avere il tempo di studiare i problemi. Non può muoversi alla velocità del web o dei social. Non possiamo chiedere di vedere ogni singolo passo che fanno e trarre conclusioni continue, senza arrivare alla fine dello studio.
E’ per questo che è importante capire che non siamo in guerra, stiamo combattendo un virus, non una conflitto a fuoco. Dire il contrario è pericoloso, perché la deontologia, l’umanità, la solidarietà e anche i tempi della scienza passano in secondo piano. Durante una guerra si smette di vigilare …e senza controllo succedono le cose più atroci. E’ ora di tornare alla legge, allo stato di diritto, uscire dall’emergenza, dalle regole burocratiche, tornare ad essere amici, a prenderci cura di tutti, gli uni degli altri, come amici, come esseri umani tutti sullo stesso piano.
Chiara Porta
