Lo scritto in uno dei suoi libri più famosi, che racconta una storia d’amore tormentata, Se la strada potesse parlare. Quello che ha scritto è ancora attuale. Leggetelo.
“Continueranno a spararci, anche se siamo disarmati;
continueranno a condannarci per stupro, anche se non abbiamo stuprato;
continueranno a dirci che siamo spacciatori, anche se non abbiamo mai spacciato;
continueranno a spezzarci ogni possibilità di costruirci una vita…
Sarà sempre così? No. Tra trent’anni sarà diverso. Tra quarant’anni sarà ancora diverso. Tra cinquant’anni ancora diverso.
Però poi mi chiedo: noi intanto cosa facciamo? Tu e io, mentre aspettiamo che di trentennio in trentennio le cose migliorino, che facciamo? Mentre ci battiamo per un minimo di diritto per tutti, cosa facciamo?
Nel frattempo continuiamo a subire? No.
Credo che tu e io – e tutti quelli per cui non esiste Il-diritto-per-me, ma solo Il-diritto-per-tutti – dobbiamo imparare… Sì, è così, dobbiamo imparare…
Noi impareremo a distinguere le ambigue bandiere.
Noi faremo in modo di riconoscerci sul campo di battaglia, anche quando proveranno a confonderci.
Noi resteremo uniti, faremo comunità, anche quando proveranno a disperderci.
Noi non crederemo alle loro bugie.
Noi non crederemo alle loro false accuse di complotto.
Noi non crederemo a ciò che dice la loro stampa spazzatura.
Noi resteremo accanto a chi è diffamato, a chi è perseguitato, a chi è condannato.
Noi useremo le nostre parole per dare e ricevere forza, per dare e ricevere conforto.
Noi cercheremo ogni giorno la verità.
Noi grideremo ogni giorno la verità.
E questa sarà la nostra disciplina di resistenza.”