Per riscattare la laurea servono tra 20mila e 100mila euro

Si parla con insistenza di nuove forme di flessibilità in uscita per accedere al pensionamento, ma il Governo non fa nulla, se non introdurre ‘Quota 102’, peraltro solo per un anno, confermare Opzione Donna che anticipa l’uscita a carissimo prezzo e introdurre nell’Ape Social solo i maestri della primaria, dopo quelli dell’infanzia. Tra i provvedimenti mancati spicca il riscatto gratuito della laurea, chiesto 40 giorni fa dal presidente dell’Inps durante un’audizione pure per incentivare i giovani a studiare migliorando le skill. Così il costo rimane altissimo: per il riconoscimento ordinario di un percorso accademico, come anni riconoscibili dalla previdenza, si può arrivare a sfiorare i 100mila euro; mentre “il riscatto agevolato si aggira attorno ai 5.200 euro per ogni anno di studi riscattato, per un totale che oscilla tra i 20 e i 25mila euro (dipende se si richiede il recupero di quattro o cinque anni di studi”, specifica oggi Orizzonte Scuola), sempre ricordando che “non possono essere riscattati gli anni fuori corso o quelli già coperti da contribuzione obbligatoria” e che questa seconda opzione permette di “trasformare gli anni di università in anni contributivi” che porterebbero un incremento sulla pensione “minimo: si calcola che si tratta di poco più di 20 euro lordi al mese per ciascun anno di università che si riscatta”.

Anief non può che rilevare il suo sdegno per la conferma di queste modalità di richiesta così esose per vedersi riconoscere un percorso di studi che invece dovrebbe essere considerato in automatico utile al monte pensionistico. Pochi mesi fa anche l’ex premier Giuseppe Conte ha chiesto pubblicamente di finirla con il riscatto oneroso del diploma di laurea: bisogna offrire, ha detto l’ex premier, “il riscatto gratuito degli anni di laurea in modo da rendere più conveniente la formazione superiore e l’arricchimento culturale senza compromettere la sostenibilità del nostro sistema pensionistico”. Inoltre, lo scorso anno, con la Legge di Bilancio, era stato aperto il riscatto della laurea agevolato. Pure grazie all’azione del sindacato, anche ai lavoratori che temporalmente posizionano i propri periodi di studi prima del 1996, quindi senza più distinzioni tra i diversi periodi di studi universitari svolti, il giovane sindacato ha detto che si trattava di un segnale ma che bisognava fare di più: ha subito spiegato di non accettare la decisione di considerare quegli anni con il sistema contributivo, abbattendo quindi ulteriormente l’assegno pensionistico.

 Marcello Pacifico, presidente Anief, ricorda che “normare il riscatto gratuito della laurea è un atto da cui non possiamo più fare a meno. Perché l’accesso al pensionamento è stato sempre più spostato verso i 70 anni, per non parlare del suo importo, in molti casi ormai non molto superiore ai mille euro al mese, con assegni in media del 40% più bassi dell’ultimo stipendi. Una condizione venutasi a creare anche per i conteggi a perdere imposti con le ultime riforme previdenziali, da quella Amato sino alla nota Monti-Fornero. Il riscatto gratuito, inoltre, permetterebbe di incentivare tanti giovani a laurearsi, considerando che la nostra Penisola ha 10 punti di distacco rispetto alla media europea sulla percentuale di giovani laureati. E che in Germania riscattano anche due anni delle scuole superiori, permettendo di lasciare prima di noi l’insegnamento, tra l’altro dopo essere arrivati alla pensione con uno stipendio quasi doppio rispetto al nostro che comporta pure un assegno di quiescenza decisamente più importante”.

 

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