Scuola: non c’è nulla nella legge di bilancio per la sicurezza e i contratti dei docenti

La denuncia arriva dal presidente Anief Marcello Pacifico: zero assoluto su assunzioni precari, stipendi, valorizzazione personale, sicurezza in classe

 “Siamo in stato di agitazione da agosto scorso, quando non abbiamo firmato il protocollo di sicurezza sul rientro a scuola”:   Secondo il sindacalista “non ci sono le risposte adeguate: in primo luogo per andare a rinnovare i contratti, in secondo luogo per risolvere il problema della fascia transitoria del precariato, in terzo luogo perché non ci sono gli impegni presi sulla riorganizzazione degli organici e quindi della sicurezza nelle scuole. E poi ci si dimentica degli impegni presi sull’abolizione dei vincoli sulla mobilità”. Tutte questione che il Governo aveva promesso di affrontare lo scorso maggio, sottoscrivendo quel Patto per la Scuola di cui si è persa però ogni traccia: la bozza che si appresta a essere esaminata al Senato sembra addirittura contraddire quell’impegno.

 DISTANZE MINIME NON CONSIDERATE

La Legge di Bilancio 2022 delude il mondo della scuola. Si arriva ad asserire, nella bozza imposta dal Governo Draghi, che per ridurre il numero di alunni per classe non si può spendere un euro: l’operazione si attuerà solo in casi estremi e comunque mantenendo “l’invarianza finanziaria”. Anief si oppone: “Già una classe over 25 – dice il suo presidente Marcello Pacifico – per noi non rispetta gli attuali criteri sulla sicurezza, che impongono da un metro e ottanta di distanza tra un alunno e l’altro, e non rispettano i requisiti di distanziamento sociale al tempo del Covid, che richiedono non più di 15 alunni per ogni 35 metri quadrati”. Il leader dell’Anief ricorda poi che “il problema ha ricadute sugli apprendimenti perché questo elevato numero di alunni per classe non consente di migliorare la didattica”.

MOTORIA SOLO A “PEZZI”

Pacifico contesta poi la riforma “a pezzi” che apre l’attività motoria alla primaria: si introduce questo insegnamento soltanto per la quarta e quinta classe e non si capisce perché le altre classi siano state escluse”. Come lascia perplessità l’inerzia perenne sul precariato, che si vuole combattere solo con concorsi semplificati: “mettere da parte una buona percentuale, il 30% dei posti, non risolve il problema del precariato – replica il sindacalista -, lo abbiamo visto con il concorso straordinario che prevedeva di assumere tutti i precari supplenti, in realtà ne ha assunti solo 20 mila dei più di 400mila inseriti nelle graduatorie per le supplenze”.

STABILIZZAZIONI IN ALTO MARE

“La questione del reclutamento è vero che sarà affrontata nel Pnrr, ma è anche vero che l’Italia ha promesso all’Europa di risolvere il problema entro dicembre 2022. Questo significa che il primo settembre del prossimo anno l’Italia non ha alcuna intenzione di affrontare il tema della fase transitoria del precariato. E questo si vede nella legge di Bilancio dove non c’è nessun accenno al tema del precariato. Noi riteniamo che il primo settembre le scuole non possono avere 200 mila supplenti: serve una soluzione immediata con la riapertura del doppio canale di reclutamento esteso alle Gps senza limitazione su tutti i posti vacanti. Questo ci permetterebbe di avere subito 150 mila assunzioni di personale docente rispetto alle 80 mila fatte quest’anno”.

PERSONALE ATA UMILIATO

Il presidente Anief si è soffermato anche sull’importanza “del personale ATA” che in questa legge di Bilancio “è stato umiliato due volte: alla scuola non viene dato un euro, nell’università vengono dati 350 euro per ogni amministrativo; e poi nella motivazione espressa sugli aumenti ai dirigenti scolastici, viene ignorato il lavoro che fanno i Dsga e gli assistenti di segreteria”.

CONTRATTO FERMO

L’apice della poca incidenza del Governo sui problemi veri si riscontra però probabilmente nella scarsità di risorse per il rinnovo del contratto di categoria, bloccato da tre anni e con i compensi tra i più bassi nell’UE: “Le uniche risorse stanziate, aumentate di otto volte, sono quelle relative alla contrattazione integrativa, cioè un merito che non è misurabile ma che viene dato discrezionalmente dai dirigenti scolastici in base a dei nuovi criteri aggiuntivi rispetto a quelli precedenti”, dice Pacifico. Intanto, “gli stipendi di tutto il personale sono otto punti sotto l’inflazione e sono molto lontani dalla media europea, addirittura tengono una discriminazione tra personale di ruolo e precario. Tutte queste cose non ci portano a firmare il contratto”.

IN AGITAZIONE DA AGOSTO

Sulla decisione di quasi tutti gli altri sindacati rappresentativi di proclamare lo stato di agitazione, per rimarcare il no a questa legge di Bilancio, il presidente del giovane sindacato ricorda che “Anief è in stato di agitazione da agosto scorso, tanto che non abbiamo firmato il protocollo di sicurezza, abbiamo proclamato lo sciopero per il primo giorno di lezione e ogni giorno facciamo decine di assemblee per informare e consultare i lavoratori. Siamo contenti che anche gli altri finalmente hanno iniziato lo stato di agitazione”.

STOP MOBILITÀ PER TRE ANNI

Pacifico, infine, commenta la conferma, ad oggi, della Legge 159/19, del vincolo sulla mobilità, ridotto nel 2021 da 5 a 3 anni. “Rimane – dichiara il sindacalista – un vincolo triennale che coinvolge anche l’assegnazione provvisoria quando fino al 2018 l’assegnazione provvisoria era annuale. E poi c’è un problema legato al rinnovo del contratto: speriamo che gli altri sindacati, in sede di contrattazione, vadano ad abolire le quote restrittive legate ai trasferimenti e chiedano delle specifiche deroghe agli attuali vincoli”.

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