Salviamo gli insetti impollinatori: l’appello dell’Università Ca’ Foscari di Venezia

L’importante iniziativa prende spunto dalla crisi che sta interessando sempre più gli insetti impollinatori il cui declino è influenzato da diversi fattori, a cominciare dall’inquinamento, l’uso dei prodotti chimici e il degrado ambientale in generale.

E’ l’azione umana la principale causa del consumo di suolo che sta determinando una massiccia perdita di habitat naturali e semi-naturali con grave minaccia agli insetti impollinatori ai quali vengono sottratti i siti dove trovano polline, nettare e punti di nidificazione e svernamento.

Ricordiamo che gli impollinatori sono insetti che, trasportando il polline, consentono la riproduzione dell’80% delle piante. La piattaforma intergovernativa su biodiversità e servizi ecosistemici (IPBES) calcola che oltre il 40% degli insetti impollinatori, principalmente api e farfalle, sia a rischio estinzione a causa del degrado ambientale e della scomparsa dei loro habitat. La perdita degli insetti impollinatori rischia dunque di produrre, a cascata, la scomparsa delle piante selvatiche con ripercussioni sul funzionamento degli ecosistemi naturali. Anche la produzione agricola ne risentirà, minacciando così la sicurezza alimentare per gli esseri umani e la fauna selvatica, nonché la stabilità economica.

Su questo quadro così minaccioso si inserisce il progetto PollinAction che, come accennato, intende migliorare gli habitat degli insetti impollinatori attraverso la realizzazione di “infrastrutture verdi” ispirate e sostenute dalla natura. Si tratta di opere sostenibili che produrranno concreti vantaggi ai territori coinvolti dal progetto, tra cui 6 Amministrazioni comunali (Carceri-PD, San Bellino-RO, Cartigliano-VI, Mirano-VE, Chiopris-Viscone e Palmanova-UD, Montereale Valcellina-PN e Villesse-GO) che hanno messo a disposizione per questa importante iniziativa delle aree ad hoc, 11 aziende agricole, 2 apicoltori, 6 aree ad agricoltura estensiva in Friuli-Venezia Giulia e l’area del Passante di Mestre.

Per aumentare le fioriture campestri saranno convertiti 200mila metri quadrati di seminativi in prati fioriti, migliorati 2,6 milioni di metri quadri di praterie esistenti, realizzati corridoi ecologici su 30 chilometri di strade, oltre a 3,5 km di siepi campestri. Allo scopo, il Centro vivaistico di Montecchio P. (VI) di Veneto Agricoltura e il Vivaio regionale del Friuli-Venezia Giulia produrranno 385mila piantine, tra erbe ed arbusti, e 150 chilogrammi di sementi di fiori selvatici.

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