Negli ultimi anni non è cresciuto solo valore del bitcoin, ma anche l’enorme quantità di energia che serve per produrli. Il mining di bitcoin, infatti, è un processo ad alta intensità energetica.
Cos succede nella realtà? Un bitcoin viene assegnato a un computer che risolve una serie complessa di algoritmi ed è questo processo a consumare grandi quantità di energia. Non basta più un semplice computer per fare questa operazione. Il mining richiede attrezzature informatiche speciali in grado di gestire l’intensa potenza di elaborazione necessaria per ottenere bitcoin oggi. Così si è alzato il fabbisogno energetico per produrre criptovalute. I computer speciali utilizzati hanno bisogno di molta elettricità per funzionare. Stiamo parlando di più dozzine di terawatt all’anno di elettricità utilizzati solo per bitcoin. Una quantità enorme di energia, che potrebbe alimentare uno stato come il Pakistan per un intero anno.
Secondo i dati diffusi recentemente dall’Università di Cambridge, solo il 39% delle richieste di consumo energetico di Bitcoin proviene da fonti rinnovabili. ne deriva che 61% di tutta l’energia di cui i mining ha bisogno, è alimentato da energia ad alta intensità di carbonio e quindi ad alto inquinamento.