Come nasce il Riso Nano Vialone Veronese IGP

Il Riso Nano Vialone Veronese IGP è ottenuto dalla lavorazione dei semi del cereale della specie Oryza sativa, sottospecie Japonica, varietà Vialone Nano. Viene prodotto in un ampio territorio della provincia di Verona dove la coltivazione del riso ha origini antiche, si pensi infatti che già nel XIII secolo vennero predisposte le risaie con grandi opere di disboscamento e bonifica.

La varietà Vialone Nano venne realizzata nella stazione sperimentale di risicoltura di Vercelli, in Piemonte, attraverso l’incrocio del riso Nano con il riso Vialone e iniziò ad essere coltivata nel 1937. Nel 1945 venne introdotta nella provincia di Verona e oggi rappresenta una delle 24 varietà di riso coltivate in Italia.

Il Riso Nano Vialone Veronese IGP presenta chicchi con dente pronunciato, testa tozza e sezione tondeggiante. I chicchi sono di media grandezza e quando vengono commercializzati si presentano bianchi, privi di striscia e con una “perla” centrale estesa.

“La coltivazione del riso è un’arte antica – ricorda il presidente Leoni – che richiede esperienza e grandi attenzioni. Basti pensare che una risaia non può insistere sullo stesso appezzamento per più di sei anni consecutivi e non può ritornarvi prima di almeno due anni. La lotta alle erbe infestanti, prima che con gli erbicidi autorizzati, deve avvenire con le buone pratiche di coltivazione, con la regolazione dell’acqua in risaia e lavorazioni mirate del terreno. Le concimazioni devono essere indirizzate all’ottenimento di granella sana e matura e le produzioni massime per ettaro non devono superare le 7 tonnellate.”

Sotto il profilo agronomico, ricordiamo che la semina avviene a fine aprile, successivamente l’acqua viene introdotta nelle ampie distese dove i semi germineranno in immersione. Da questo momento, inondazioni e asciutte, sapientemente regolate dal risicoltore, si succederanno accompagnando il ciclo vegetativo di 155 giorni della pianta. La raccolta si effettua ad inizio autunno, quando il riso ha raggiunto la giusta maturazione. L’essiccazione deve essere effettuata in essiccatoi in grado di abbassare l’umidità delle granelle, senza lasciare residui di combustione o odori estranei. I chicchi subiscono prima la sbiancatura, risultato di un semplice processo meccanico di sfregamento, e poi un processo di selezione che li porterà ad essere opportunamente confezionati e  commercializzati.

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