Prestiti alle imprese: cosa è successo durante la pandemia in Europa

Le misure di contenimento della pandemia nei diversi paesi hanno avuto un forte impatto sulla normale gestione operativa delle imprese, sulla regolarità dei flussi di cassa, sulla disponibilità di liquidità e di conseguenza sulle modalità di finanziamento sul mercato del credito, con effetti eterogeni tra i diversi paesi. Lo testimonia l’Istat nel suo ultimo rapporto.

L’indagine SAFE (Survey on the Access to Finance of Enterprises) condotta dalla Banca Centrale Europea fornisce informazioni sulle modalità di finanziamento per le imprese non- finanziare (nella foto). In tutti i paesi si sono adottate misure volte a sostenere la gestione finanziaria e, quindi, la liquidità delle imprese, facendo registrare un aumento notevole dei prestiti bancari garantiti e un rallentamento delle altre modalità, quali autofinanziamento, linee di credito ed emissioni azionarie.

Lo spostamento verso i prestiti garantiti è molto intenso per tutti i maggiori paesi, con una riduzione delle linee di credito e un aumento di questa forma di finanziamento superiore del 20 per cento nell’anno per l’Italia e la Spagna.

Le finalità dei finanziamenti e della domanda di prestiti indicano un calo generalizzato di quelli indirizzati a investimenti, formazione del personale e sviluppo di nuovi prodotti, mentre le modalità che presentano aumenti maggiori sono il rifinanziamento dei prestiti e il finanziamento di scorte e capitale circolante. Queste componenti, connesse all’allungamento delle scadenze nei pagamenti clienti/fornitori, presentano incrementi sostenuti nei paesi dell’area Sud della zona euro (Spagna, Italia e Francia) fortemente colpiti dalla crisi; è da notare che in Italia si registra un calo relativamente contenuto di finanziamenti motivati dagli investimenti.

L’impatto della crisi sulla gestione finanziaria delle imprese europee è confermato dalle notevoli variazioni del rapporto tra debito e attivo (leverage) con forti incrementi della leva finanziaria nei paesi dell’area Sud (Spagna, Italia e Francia, nell’ordine). In caso di necessità di rientro entro limiti più contenuti, in conseguenza di un eventuale peggioramento delle condizioni sui mercati finanziari, ne deriverebbero maggiori difficoltà per le imprese di quest’area nel sostenere il rilancio produttivo.

Per quanto riguarda più specificatamente l’Italia, le condizioni di accesso al credito hanno avuto un andamento coerente con l’evolvere della congiuntura e dei provvedimenti a favore delle attività produttive.

Nella manifattura emerge un repentino peggioramento nella prima metà del 2020, che però rientra nel corso della seconda parte dell’anno, risentendo probabilmente delle misure di sostegno alle imprese; le indicazioni relative all’onerosità delle condizioni segue un andamento simile, con un miglioramento più lento, che prosegue all’inizio del 2021. Anche nel settore dei servizi si osserva un’impennata delle difficoltà di accesso al credito nella scorsa primavera; la successiva diminuzione è più marcata rispetto alla manifattura, ma la situazione segna poi un qualche peggioramento all’inizio di quest’anno, confermato dal calo di coloro i quali ritengono che le condizioni di accesso al credito siano rimaste immutate. In sintesi, in entrambi i settori, le misure di sostegno alla liquidità delle imprese sembrano aver assicurato la continuità della gestione aziendale nel periodo delle due ondate pandemiche.

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