Ora che tutto è digitalizzato, vediamo cosa può ed è successo in un ospedale del Nord dopo un attacco informatico

Nunzia Ciardi, vicedirettrice dell’Agenzia per la Cyber Sicurezza Nazionale, al convegno “L’algoritmo al servizio dell’uomo. Comunicare nell’epoca dell’intelligenza artificiale” ha ricostruito cosa è successo in un ospedale del Nord Italia dopo un attacco informatico.

“Cosa potrebbe succedere in un ospedale in cui il software viene colpito? L’ospedale si trasformerebbe in una sala d’attesa.

In Italia quest’anno e l’anno scorso abbiamo avuto un picco di attacchi alle infrastrutture sanitarie veramente preoccupante e abbiamo visto personalmente cosa succedeva negli ospedali. L’ultimo ospedale attaccato, quello di Rho, anzi l’A.S.S.T. di Rho, che gestiva più di tre ospedali, è stato colpito da un attacco ransomware.

Tutte le attività fondamentali si sono bloccate, le sale operatorie riuscivano a gestire soltanto gli interventi urgenti e li gestivano a mano, le cartelle cliniche venivano scritte con la penna, le tecnologie utilizzate erano alimentate con dei generatori.

È stato bloccato l’invio di ambulanze, è stata bloccata la prenotazione online di visite, è stata bloccata la radiologia che funziona su sistemi digitali ovviamente, per cui malati oncologici costretti a fare radioterapie in altri distretti sanitari, trasferendosi o bloccandosi pure.

All’ospedale di Rho, ci sismo trovati di fronte a una scena quasi distopica. L’ospedale aveva due o tre sistemi digitalizzati. Alcuni funzionavano altri no. Ce n’era uno che gestiva il trasporto dei carrelli, quelli in metallo, dove si trasporta il cibo, medicinali, le uniformi per gli infermieri, eccetera. Quei carrelli, siccome era un ospedale del nord e abbastanza avanzato tecnologicamente, venivano trasportati non da persone ma da carrelli automatici.

Quei carrelli venivano mossi da piattaforme digitalizzate e mobili. Immaginatevi i robottini, quelli che aspirano la polvere e girano per casa in autonomia. Questi erano più grandi, rettangolari. Si infilano sotto i carrelli e li trasportano nelle varie stanze secondo le istruzioni digitali che hanno al loro interno. Hanno degli ascensori dedicati a loro, per cui in questo ospedale si vedevano questi carrellini presi da queste piattaforme che parlavano, dicendo “state attenti, sta passando il mezzo elettronico, scansatevi”, si bloccavano se un paziente passava davanti. Gli ascensori dicevano “questo ascensore è dedicato alla piattaforma elettronica che trasporta i carrelli”.

Quindi uno scenario futuristico, …e i medici che intanto rincorrevano i pazienti con dei quadernini a mano cercando di prendere le generalità, organizzare gli interventi urgenti o dirottandoli su altri ospedali. Un trafiletto sul giornale non rende l’idea di quello che succede.

Questo potrei replicarlo per tanti casi, partendo dall’attacco sanitario alla regione Lazio in piena pandemia, uno degli eventi che ha segnato un prima e un dopo la pandemia nell’era digitale, restituendoci un’immagine chiara di quello che può succedere in termini di sicurezza”.

Fonte

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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Per non dimenticare: Corte di Cassazione sul medico del 118, che si è rifiutato di portare un infartuato in ospedale perché sospettava fosse positivo al Covid: “condotta cosciente ed ingiustificata, denotante il disinteresse verso i rischi per la salute del paziente”

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