Passaporto vaccinale europeo, per informare i medici all’estero sulle vaccinazioni che abbiamo effettuato. Si tratta di un sistema che “già esiste, nel senso che abbiamo un sistema costruito nel corso dei decenni in cui le professioni, comprese quelle sanitarie, sono riconosciute in tutti i paesi dell’Unione Europea. Una certificazione rilasciata da un qualunque professionista o da una qualunque autorità pubblica che somministra trattamenti di vario genere, compresi i ben noti vaccini, è riconosciuta anche negli altri paesi”, spiega l’avv. Alessandro Fusillo.
“Il problema che viene presentato come da risolvere è in realtà un problema che è già stato risolto.
Come al solito, la tecnica è la stessa: per ora non è obbligatorio, per ora non succede niente, chi vuole farlo lo può fare, ma viene presentato come molto comodo. Inoltre, questa questione è affidata a una non meglio definita società, associazione o comitato, che non è chiaro, e che si sono distinti per particolare virulenza in Grecia e accettazione generalizzata in Portogallo per quanto riguarda i famosi prodotti. In realtà, questo passaggio è previsto da decenni nei piani dell’Unione Europea, e il fatto è che loro annunciano tutto.
L’Unione Europea va dicendo da molto tempo, in collaborazione con l’OMS, che il loro scopo è quello di avere una sorta di passaporto vaccinale interoperabile, leggibile in qualunque paese con modalità elettroniche, tramite il famoso codice QR. Questo è il piano ovunque: anche da noi, l’anno scorso o forse due anni fa, è stato pubblicato un nuovo piano vaccinale, chiamiamolo così, che traccia chiaramente la strada da seguire. Nel piano italiano è prevista addirittura la collaborazione dell’Accademia dei Lincei, che si sforza di dichiarare che tutti coloro che sono esitanti, così li chiamano, nei confronti dei vaccini sono probabilmente persone con limitate capacità cognitive, che devono essere convinte per ora con le buone a seguire questo percorso.
È un’evoluzione ovviamente molto pericolosa, come gli ascoltatori di questo canale sanno perfettamente, perché si parte sempre così: prima con una cosa facoltativa, chi vuole lo fa, chi non vuole non lo fa, e poi si finisce invariabilmente con l’obbligo. La tecnologia è sempre la stessa, quella che abbiamo imparato a conoscere con il famoso Marchio Verde. Per ora, la raccomandazione può essere una sola: stare assolutamente lontani da questa cosa, anche perché i soggetti che producono questi prodotti si sono distinti per una serie di frodi industriali senza fine. La più famosa casa produttrice di questi prodotti è stata multata varie volte nel corso degli anni, soprattutto negli Stati Uniti, con multe di miliardi di dollari. L’idea è che questi prodotti dovranno essere in futuro autorizzati senza più tutti i passaggi previsti prima, senza la sperimentazione, senza una lunga fase di valutazione, ma con procedure d’urgenza. L’ideale è che questi prodotti vengano sviluppati e messi sul mercato nel giro di 100 giorni dal sorgere di un nuovo allarme lanciato dal famoso dottor Tedros.
Questo è lo scenario su cui stanno lavorando alacremente da molti anni, su vari fronti. Sul fronte europeo, ovviamente, sono molto avanti perché esistono direttive e regolamenti che già prevedono tutto ciò. Sul fronte OMS, ci sono state alcune esitazioni, ma comunque vanno avanti con questi temi molto attuali, anche perché ogni anno c’è un’assemblea generale dell’OMS, e ogni anno cercano di inserire norme sempre più stringenti e di trasferire sempre più poteri a questa organizzazione”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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