Ci fanno credere che i “combustibili fossili” siano una tecnologia sporca che appartiene al 1800, in realtà sono solo idrocarburi

Il potere delle parole nella manipolazione del pensiero è un fenomeno che spesso passa inosservato, eppure influenza profondamente la percezione collettiva di temi cruciali. Un esempio emblematico è il termine “combustibili fossili”, un’espressione che evoca immagini di tecnologie obsolete e inquinanti, associate all’idea di bruciare “dinosauri morti” per alimentare le nostre auto. Questa rappresentazione, per quanto assurda, ha preso piede nell’immaginario comune, alimentando la convinzione che tali fonti di energia siano sul punto di esaurirsi e che stiano distruggendo il pianeta.

Come osserva Nick Giambruno, “Quando la persona media sente ‘combustibili fossili’, pensa a una tecnologia sporca che appartiene al 1800. Molti credono di bruciare dinosauri morti per alimentare le loro auto.” Questa percezione, però, non potrebbe essere più lontana dalla verità. Infatti, nonostante la convinzione diffusa che il petrolio e altre fonti di energia derivanti da idrocarburi siano in via di esaurimento e pericolose per l’ambiente, la realtà è che il petrolio è, dopo l’acqua, il secondo liquido più abbondante sulla Terra.

Il linguaggio gioca un ruolo cruciale in questa distorsione della realtà. L’uso del termine “combustibili fossili” ha una connotazione profondamente negativa, radicata in decenni di narrazioni che associano questi combustibili a catastrofi ambientali imminenti. Tuttavia, la scelta di parole più neutrali e precise potrebbe cambiare radicalmente la percezione collettiva. Come suggerisce Giambruno, sarebbe opportuno “eliminare ‘combustibili fossili’ dal tuo vocabolario in favore di idrocarburi, una parola molto migliore e più precisa.”

Il termine “idrocarburi” si riferisce infatti a molecole composte da atomi di carbonio e idrogeno, che costituiscono la base di molte sostanze diverse, tra cui le fonti di energia come il carbone, il petrolio e il gas. Queste fonti non solo non sono in via di esaurimento, ma sono state la spina dorsale dell’economia globale per decenni, alimentando industrie, trasporti e abitazioni.

George Orwell aveva ragione quando affermava che corrompere il linguaggio può corrompere i pensieri delle persone. La manipolazione del linguaggio è uno strumento potente per orientare il pensiero collettivo, spesso all’insaputa di chi ne è influenzato. Cambiare il linguaggio che utilizziamo per descrivere la realtà è il primo passo per modificare la nostra percezione di essa. In questo contesto, riconsiderare l’uso di termini come “combustibili fossili” e sostituirli con espressioni più accurate come “idrocarburi” potrebbe contribuire a una comprensione più equilibrata e meno ideologizzata delle sfide energetiche e ambientali che ci attendono.

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Per non dimenticare: L’Italia dipende per l’80% dalle importazioni di energia… e sono combustibili fossili di cui non disponiamo

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